La violenza nella trama di un vestito

Sommario: "L'abito da sposa di Lady Diana ispira lo spettacolo teatrale "Lacrima" al Piccolo Teatro Strehler di Milano, un racconto corale sul tema della violenza attraverso laboratori di alta moda e storie intrecciate."

La violenza nella trama  di un vestito

Sommario: "L'abito da sposa di Lady Diana ispira lo spettacolo teatrale "Lacrima" al Piccolo Teatro Strehler di Milano, un racconto corale sul tema della violenza attraverso laboratori di alta moda e storie intrecciate."

Il vestito da sposa di Lady Diana. Chissà se qualcuno se lo ricorda. A cercarlo sul web emergono foto di una donna sorridente, immersa in quest’abito soffice, bianco come una meringa. Fuori scala, in tutto. Ma perché parlarne? Sempre colpa del teatro. Che a volte ha ispirazioni lontane, bizzarre. Anche se gli obiettivi poi diventano serissimi. Come nel caso di “Lacrima“ di Caroline Guiela Nguyen, fino a domani in prima nazionale al Piccolo Teatro Strehler che coproduce lo spettacolo in una cordata internazionale guidata dal TnS (Théâtre National de Strasbourg). Insomma: titolo atteso. Il terzo per l’artista associata del Piccolo, dopo Fraternité e Saigon.

Qui di nuovo a comporre un ampio racconto corale, che attraversa i linguaggi e le geografie. Incorniciato in laboratori di alta moda fra l’Inghilterra, la Francia, Mumbai. Dove si segue il filo di quegli otto mesi di lavorazione artigianale che furono necessari per confezionare l’abito. Otto mesi di lavorazione disperatissima e segreta, visto che nessuno ne doveva sapere nulla. Ma che alla fine non sono altro che il pretesto per raccontare di esistenze intrecciate intorno al tema della violenza. Del lavoro. Del silenzio. "Come spesso nel mio teatro – spiega la regista francese –, la moltitudine di storie ha bisogno di un punto centrale che leghi le varie vicende. In questo caso un atelier che ci permette di essere contemporaneamente in diversi luoghi del mondo e di seguire tutti i personaggi coinvolti nell’opera. Storie di finzione nate però da un mio lungo studio in botteghe e laboratori, in modo da ricreare con precisione la fabbricazione dell’abito sotto i nostri occhi. Ma alle spalle di questa sfida produttiva, i temi portanti sono quelli del silenzio e della violenza. Una violenza politica, domestica, sociale". Diego Vincenti