DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Giorgio Canali: le mie Perle per Porci

Il cantautore ex CCCP porta al Carroponte il suo album di cover

Giorgio Canali

Sesto San Giovanni (Milano), 3 agosto 2017 - Iggy Pop italiano. Anche nel Bel Paese non tutti pensan solo alla pensione. Giorgio Canali fa il rock. E continua a farlo piuttosto bene. Dalla Romagna con furore a colpi di distorsioni, poesia, imprecazioni. Stasera alle 21.30 è al Carroponte con i Rossofuoco, concerto gratuito per l’ultimo “Perle per Porci”, raccolta di cover (semi)sconosciute che vanno da Corman & Tuscadu a Vasco Brondi, da Faust’o a De Gregori, Frigidaire Tango, perfino Finardi. Come se si spiasse nel suo diario.

Canali, perché un album di cover?

«Francamente non avevo niente di nuovo da dire e oltretutto come Rossofuoco eravamo fermi da un po’. Vivevo un po’ il dramma della pagina bianca e così mi sono buttato su questo disco di canzoni che tenevo pronte nella mia testa, cover di gruppi praticamente sconosciuti che mi piaceva proporre a un pubblico diciamo un pochettino più vasto».

Perché proprio queste tracce?

«Si tratta di 35 anni della mia musica preferita, in qualche modo è il mio folk. Sono le canzoni che invidio, se non avessi dichiarato che sono cover, molti le avrebbero prese per nostri brani, anche se forse ci avrebbe tradito il fatto che non ci siano parolacce… Sono quasi tutte band che conosco solo io, tranne 3/4 pezzi».

Fra questi “Lacrimogeni” di Vasco Brondi, per cui ha speso parole bellissime.

«È un grande amico. Inizialmente lo avevo sottovalutato, non era capace di fare bene i cocktail nel bar dei fratelli e pensavo che questa cosa significasse anche che fosse un pessimo musicista. Poi una sera lo vidi sul palco e gli dissi subito che avevo 15 giorni liberi, se voleva lo aiutavo io a fare il primo disco. Ora siamo legatissimi, personalmente trovo che stia migliorando di album in album».

Viene un po’ considerato il nume tutelare della scena indie: le piace come ruolo?

«Sì, molto. Sono in pochi a stare in trincea a sessant’anni, la gente si arrende o si getta su cose più commerciali. Non è un giudizio dispregiativo, vorrei esserne capace, vorrei fare i soldi. Ma non mi viene».

Un incontro importante?

«I Noir Désir. Abbiamo vissuto insieme per cinque anni, facevo il fonico e da loro ho imparato tantissimo».

La sua vita è legata ai CCCP. Eppure ora lei e Giovanni Lindo Ferretti sembrate piuttosto diversi.

«Pensi che fra gli ex componenti credo di essere quello che ha il rapporto migliore con Giovanni Lindo. Evitiamo di parlare di politica altrimenti ci mettiamo le mani addosso, ma su tutto il resto non c’è problema. Ci vogliamo bene».