Con il Fringe Festival, a Milano fiorisce il teatro di strada: e scoppia la primavera dello spettacolo

Con gli spettacoli a rifiorire un po’ ovunque: bar, locali, parchi, ostelli, negozi, librerie, cascine. La quinta edizione coinvolgerà 11 quartieri e 50 location

Con il teatro di strada Milano ritrova la sua vocazione internazionale

Con il teatro di strada Milano ritrova la sua vocazione internazionale

Milano – Una primavera teatrale. Qualcosa del genere. Con gli spettacoli a rifiorire un po’ ovunque: bar, locali, parchi, ostelli, negozi, librerie, cascine. Perfino in un hotel di lusso. Ma d’altronde è questo lo spirito del FringeMI. Niente sipario, niente foyer: il teatro scende in strada e lì rimane, cercando di prendere vita in situazioni rigorosamente "non teatrali". Insomma, non c’è scampo. Visto che questa quinta edizione coinvolgerà 11 quartieri e 50 location, per un totale di 150 spettacoli.

Il gusto predominante è quello della stand-up comedy. Ma non mancano sfumature diverse. Senza esagerare. La sensibilità è invece quella già conosciuta negli scorsi anni, con un’attenzione speciale al territorio, all’integrazione, alle tematiche green. Risate e buone pratiche. A conferma che ha funzionato parecchio bene la formula del vecchio NoLo Fringe Festival dell’Associazione Bardha Mimòs. In una manciata di stagioni in grado di guadagnarsi la fiducia della città e delle istituzioni. Tanto da abbandonare i confini hipster della zona a Nord di Loreto e ribattezzarsi FringeMI.

"Cinque anni di esistenza rappresentano un giro di boa importante – sottolinea il direttore Davide Verazzani –. Quasi una piccola maturità, che allontana definitivamente l’idea che si possa trattare del semplice impegno di un gruppo di volenterose e volonterosi. Ma a noi la sfida della crescita piace. Le nostre risposte sono l’ampliamento della rassegna che inizia a sviluppare tutte le sue potenzialità di aggregazione cittadina. La creazione di un network con importanti realtà nazionali e internazionali, per favorire la distribuzione degli spettacoli. La rinnovata attenzione alla sostenibilità e l’inizio di un approccio progettuale alla disabilità, per trovare forme di accessibilità reale".

Ci vorrebbero una cartina e un foglio excel per entrare un po’ nel merito del cartellone. In gara fra gli altri la rilettura shakespeariana "Lei Lear" di Muchas Gracias, l’"Otello pop tragedy" di Carlo Decio, i monologhi comici di Greta Cappelletti ("Va bene così", al Tranvai), Alessandro Ciacci, Lucia Mariani, Laura Magni, oltre a Viola Marietti e al suo A.L.D.S.T., più volte incrociato a Milano. E poi "Mi chiamo Andrea, faccio fumetti", ovvero la storia di Paz raccontata da Santonastaso all’Archivio Negroni; "De(ath)livery" di Andrea Cioffi il 6 giugno al Mohole.