Francesco Gabbani: "Il mio successo in un 'Amen'"

Il cantante questa sera al Salumeria di ANDREA SPINELLI

Francesco Gabbani ha vinto a febbraio il “Sanremo Giovani” con la sua “Amen”; questa sera porta i suoi successi al Salumeria, tutte canzoni tratte da «Eternamente ora»

Milano, 12 maggio 2016 - Se la vita è fatta di porte girevoli, Francesco Gabbani a Sanremo ha infilato quella giusta. Basti pensare che solo qualche anno fa, davanti alle scarse soddisfazioni artistiche era tornato a fare il contadino sulle sue amate Apuane. Ma la partita non era chiusa e il Festival gli ha dato ragione, anche se con le vicissitudini in cui è incappata la sua “Amen”; eliminata dalla gara per un errore tecnico, riammessa dopo le proteste della sala stampa (che ha chiesto e ottenuto la ripetizione del voto, pregiudicato dal baco nel sistema di rilevamento delle preferenze) e trionfatrice di questa 66° edizione nella categoria riservata alle “Nuove proposte”. Il brano rimasto più alto in classifica tra quelli della categoria giovani così come l’album “Eternamente ora” che il trentatreenne cantante carrarese presenta oggi alla Salumeria della Musica di via Pasinetti.

«La vittoria di “Amen” al Festival è stata una ricompensa alla mia voglia di farcela e al percorso artistico che ho seguito in tutti questi anni - ammette - La risposta della gente, prima al Festival e ora in questi eventi promozionali, è stata notevolissima; uno sfogo di positività nei miei confronti che francamente non mi aspettavo dopo un Sanremo tormentato, anche se esaltante, come quello che ho vissuto».

Miele, la vincitrice della sfida poi eliminata a seguito del riconteggio, c’è rimasta male.

«Lì per lì pure io non sono rimasto felicissimo dell’esclusione. Siamo stati entrambi vittime di quell’errore, anche se la sorte poi è stata dalla mia parte. A ben guardare, però, sotto il profilo mediatico ci abbiamo guadagnato tutti e due».

Dopo aver abbandonato i Trikobalto, la sua band, quindi, era tornato alla campagna?

«Ho sempre avuto un forte legame con la mia terra. D’altronde le Apuane facilitano questi stili di vita e pure io ho il mio piccolo orto che curo personalmente. Una volta mollati i Trikobalto, per due-tre anni, divorato dalla fame di risultati, ho cercato il successo in ogni modo. Ma non è arrivato».

Quindi?

«Quindi sono sparito per un po’, recuperato pian piano quella voglia di esprimermi e di scrivere canzoni che mi ha portato ad iniziare un rapporto di autore in esclusiva con la BMG grazie a cui sono arrivato fino a Sanremo».

Si sente ancora un “polistrimpellatore” come un tempo?

«Come no. La mia famiglia ha un negozio di strumenti musicali, quindi in mezzo ai suoni ci sono cresciuto. Strimpello per emozionarmi ed emozionare le persone, ma anche per prendere le misure a quello che mi accade nella vita. È il mio modo per provare ad arrivare alla gente così come sono».

L’anno prossimo, all’Ariston, tenterà il salto fra i big?

«È ancora presto per dirlo. Anche perché il pezzo giusto nel cassetto non ce l’ho. Ma non è detta l’ultima parola; la mia canzone più bella, infatti, la devo ancora scrivere».

Ora che ha vinto il Festival ce l’ha un altro sogno mostruosamente proibito?

«Poter collaborare un giorno con il maestro Franco Battiato. Mi piace la su musica e la sua spiritualità; ho letto i libri che ha scritto e sono rimasto affascinato dalla sua ricerca».

Oltre la musica, cosa l’attira?

«Vorrei tanto scrivere una raccolta di racconti. E magari un giorno lo farò».