DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Il reggae di Damian Marley: musica di padre in figlio

Marley junior domenica sera al Carroponte

Damian Marley al Carroponte

Sesto San Giovanni,  4 settembre 2016 -  L’anno scorso fu una bomba. Migliaia di persone a ballare fino a notte. E sul palco un’energia che sembrava tracimare ovunque, come a riempire il panorama post-industriale della Stalingrado d’Italia. Il ritorno di Damian Marley è dunque fra le notizie più belle provenienti dal Carroponte. Che con l’arrivo di settembre (e con i milanesi al rientro dal mare) sta di nuovo proponendo una programmazione di grossi nomi. Spazio dunque al figlio più talentuoso di papà Bob: tra fratelli e sorelle sono un’infinità e in buona parte hanno sentito il dovere di rispondere al richiamo della musica. Figurarsi. Ma Damian ha da tempo dimostrato un talento vero, non velleitario. Unendo nel suo percorso l’evoluzione dei ritmi in levare giamaicani con l’hip hop, l’r&b, la dance hall, il rap. Ricetta vincente.

Figlio della Leggenda e di Cindy Breakspeare Miss Mondo 1976, Damian è cresciuto con mamma ma già nel 1996, a soli 18 anni, ha pubblicato il suo primo album con foto di famiglia in copertina. Titolo: “Mr. Marley”, a sottolineare ulteriormente il family affair. Da allora una crescita esponenziale. E la rara abilità di piacere ai puristi ma anche a chi preferisce bazzicare il mondo hip hop. Ogni volta che scende in Italia è un successone. Si capisce allora l’attesa per questo ritorno di “Junior Gong” al Carroponte, per una Reggae Night che vedrà in apertura anche Alborosie. Ovvero Alberto D’Ascola, che nel 2000 si è trasferito in Giamaica per inseguire un sogno, ha imparato la lingua, superato le diffidenze e ora è uno degli artisti più apprezzati del settore. Con lui la Shengen Clan Band. Energia e talento. Come Damian. I cui live sono specchi fedeli di una carriera che l’ha portato a collaborare con Roots, Mick Jagger, Bruno Mars, Skrillex. Dopo il debutto, è con il secondo album “Halfway Tree” che Damian Marley inizia veramente a farsi conoscere dal pubblico, vincendo il suo primo Grammy. Di certo rimane indimenticabile “Welcome to Jamrock” del 2005, lanciato dal singolo omonimo. Un tesissimo reggae-hip-hop a raccontare il dramma dei ghetti giamaicani. Il tutto costruito su un campione di Ini Kamoze (profeta anni ‘80). Pura rabbia. Ma i grandi numeri arrivano nel 2010 grazie a “Distant Relatives”, scritto in collaborazione con il rapper Nas. Un classico contemporaneo. Ora si attendono le nuove registrazioni. Nel consueto mix di rispetto per le radici, contaminazione, sensibilità sociale e voglia di ballare. Papà avrebbe apprezzato.

Domani dalle 21 al Carroponte in via Granelli 1.