
Il presidente di Federculture Andrea Cancellato
Il mecenatismo culturale è in buona salute. La conferma arriva anche quest’anno dal Premio CULTURA + IMPRESA, fondato da Federculture e da The Round Table, ospitato a Palazzo Edison a Milano, e che riconosce i migliori progetti realizzati con il sostegno delle aziende. Sponsorizzazioni, partnership, art bonus: il dialogo tra impresa e cultura è infatti sempre più serrato: "Inizialmente, la cultura vedeva l’impresa quasi solo come sponsor o finanziatore esterno. Ora, le aziende hanno capito il valore e vogliono un protagonismo maggiore. Un coinvolgimento eccessivo può però influenzare la produzione culturale. Se chiediamo autonomia della cultura dalla politica, lo stesso dovrebbe valere anche per il finanziatore. Il punto chiave è l’equilibrio: non ci deve essere un unico padrone della cultura. Il Covid ce lo ha dimostrato", precisa il presidente di Federculture Andrea Cancellato.
I progetti premiati, sono esempi di questa ricerca di equilibrio. Per la categoria sponsorizzazioni e partnership culturali, vince Festival Bergamoscienza 2024, sostenuto da vari soggetti del territorio come Confindustria Bergamo, ABB e SIAD. Per la categoria Produzioni Culturali d’Impresa il premio è stato assegnato a Mulino Caputo, azienda napoletana che ha indetto un progetto con Valore Italia per coinvolgere gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli nella realizzazione della mostra "Premio Caputo", dedicata al legame tra arte e cibo. A vincere il riconoscimento per la categoria Art Bonus d’Impresa è invece lo spettacolo Puccini Dance Circus Opera, per Coro di Corpi e Strumenti, scritto e diretto da Caterina Mochi Sismondi. Un progetto intessuto di trame femminili: ogni aspetto della produzione, dalla scrittura, alla regia fino alla composizione musicale, intende esaltare il protagonismo delle donne, dando nuova vita alle eroine pucciniane. A sostenerlo, un pool di imprese a governance femminile. Lo spettacolo andrà in scena prossimamente anche al Teatro Parenti di Milano. Riconoscimento significativo a maggior ragione perché lo spettacolo dal vivo, nel panorama della cultura italiano, fa discreta fatica. Sulla necessità di equiparare, ad esempio, l’IVA al 5% per tutti i settori della cultura, come è stato fatto per le opere d’arte, Cancellato aggiunge: "È una questione di buon senso e di equità. Non c’è differenza tra lo scrittore di un libro e un musicista: entrambi producono cultura. Eppure, un libro ha l’Iva al 4%, un concerto al 10%, e altri prodotti culturali al 22%. Il nostro compito è richiamare l’attenzione sul quadro generale e lavorare per un’Iva unica al 5% per tutti. Spesso si interviene in modo settoriale, perdendo di vista la visione d’insieme".
Jessica Muller Castagliuolo