MAURIZIO CUCCHI
Cultura e Spettacoli

Come perdersi al Carrobbio a caccia di storia

Cucchi Torno al Carrobbio, mi guardo attorno dove osservo le molte vetrine di botteghe varie e come sempre ripenso alla torre...

Cucchi Torno al Carrobbio, mi guardo attorno dove osservo le molte vetrine di botteghe varie e come sempre ripenso alla torre...

Cucchi Torno al Carrobbio, mi guardo attorno dove osservo le molte vetrine di botteghe varie e come sempre ripenso alla torre...

Cucchi

Torno al Carrobbio, mi guardo attorno dove osservo le molte vetrine di botteghe varie e come sempre ripenso alla torre della prima, antica porta Ticinese, inglobata nel pur accogliente bar ristorante "Pane e Vino" ma purtroppo non visibile se non entrando a consumare. A questo punto mi immetto in una deliziosa via ristrettissima, tipica di questa zona della vecchia Milano a cui sono affezionato, e cioè via Medici, dove si manifesta, a suo modo attraente, l’"Ostello Bello", che è appunto ostello con ristorante. Proseguendo, passo davanti alle spettacolari vetrine per l’arredobagno della "Sanitermica Milanese", ma soprattutto mi piace la vista deliziosa delle gialline piccole case a due piani. E mentalmente le confronto subito con certi moderni palazzoni, che ahimè continuo a non amare… Arrivo allora davanti al liceo ginnasio Tito Livio, dove mi arrivano alti cori degli studenti. Passo per la piazzetta Guglielmo Massaia, dove leggo l’insegna di quella che si chiama Palestra del Futuro, ma vorrei solo fermarmi per un ristoro in piazza Mentana. Però non ho fortuna, è ancora presto, anche se quasi mezzogiorno e proprio lì, davanti alla sgocciolante e verde vedovella, il bar è in fase di allestimento. Osservo il monumento ai caduti che si impone lì al centro, e che è opera di Luigi Belli, lo scultore torinese vissuto tra il 1844 e il 1919 e che fu attivo anche a Nizza. Mi si impone la bella e nobile scritta del palazzo che ho di fronte e cioè: "Società incoraggiamento arti e mestieri", che fu fondata nel 1838 e il cui ingresso è lì dietro, in via Santa Marta. Vorrei, a questo punto, ritornare al mio punto di partenza, e mi incammino per via San Sisto. Passo davanti a quella che era la chiesa, appunto, di San Sisto al Carrobbio, dove c’è dal 1974 lo Studio Museo Francesco Messina, lo scultore vissuto tra il 1900 e il 1995, ma ora è chiuso, in ristrutturazione. Riprendo allora la via del ritorno, imboccando la via Cesare Correnti.