DIEGO MARANI
Cultura e Spettacoli

Breve storia dell’acqua santa. Terme, pellegrinaggi e mondanità

Diego Marani protagonista della Milanesiana in una lettura tra sacro e profano alla Centrale dell’Acqua

Diego Marani protagonista della Milanesiana in una lettura tra sacro e profano alla Centrale dell’Acqua

Diego Marani protagonista della Milanesiana in una lettura tra sacro e profano alla Centrale dell’Acqua

Nella storia dell’umanità l’acqua è sempre stata santa, a cominciare da quando Talete la vedeva dappertutto. Mnemosine, la dea della memoria, aveva la sua casa nell’acqua della fonte della rimembranza, dove erano immerse tutte le anime prima di assumere sembianze umane. La storia d’amore dei romani con l’acqua è nota. Adoravano Fontus, il dio delle fonti che celebravano il 13 ottobre con la festa delle Fontinalia. Il commissario alle acque di Roma Sextus Julius Fontinus (nomen omen) scrisse il trattato De Aquaeductu, dove orgogliosamente comparava i geniali acquedotti romani alle inutili piramidi egiziane. La prima cristianità non vede di buon’occhio l’acqua santificata dai pagani in fiumi, fonti e pozzi e cerca di sventarne il culto. Così sviluppa un suo concetto di acqua che è quella benedetta dal prete con apposita formula. Ecco fatta l’acqua santa cristiana, anche se poi finisce che ogni popolo va per i fatti suoi, spesso seguendo le sue tradizioni precristiane. Così i culti celtici si travasano nella pratica cristiana e fiumi, fonti e pozzi continuano ad essere adorati ma adesso sotto la protezione di qualche santo.

Il Medioevo è tutto un fiorire di pozzi miracolosi con relativi pellegrinaggi. I monaci riscoprono l’acqua calda dei romani e cominciano a farne un uso termale. Il Rinascimento esplode di fontane, giochi d’acqua e cascate che simboleggiano potenza e prosperità. Ma ecco che le terme sfuggono di mano ai frati e diventano mondane. Francesco I° è costretto a chiuderle tutte nel 1538 perché sono diventate bordelli. È con la Riforma protestante e il sorgere delle stazioni termali che nasce in Europa l’approccio protestante all’acqua.

La chiesa protestante si accanisce a dissociare le acque termali da ogni riferimento al sacro. I nuovi sacerdoti delle acque sante protestanti sono medici e scienziati che studiano gli effetti dell’acqua sul corpo umano. Invece di essere lasciata al suo corso naturale o dispersa in inutili zampilli, viene domata, incanalata in tubature e condotta verso rubinetti e bagni. Le stazioni termali inizialmente hanno un’atmosfera sterile e ospedaliera. Col tempo perdono il rigore puritano, diventando meta non solo di malati e ipocondriaci, ma anche di oziosi in cerca di piaceri. All’epoca però le terme per antonomasia erano quelle di Spa, nel cattolicissimo Belgio, che hanno dato il nome al luogo. L’etimologia è molteplice: spa può venire dal vallone “espa” per fontana o dal latino “spargere” cioè spruzzare ma anche dal motto “sanitas per aquam”. Siamo comunque in terre cattoliche e diventava sospetto per un protestante frequentarle. La Chiesa Anglicana impone un sistema di passaporti per controllare chi ci andava e sventare così complotti papisti. Ma se i protestanti riconoscevano solo alla scienza il potere terapeutico delle loro acque termali, i cattolici non demordevano e insistevano ad attribuire alle loro acque termali poteri miracolosi. Si sviluppa così una competizione fra fonti protestanti e cattoliche che in Gran Bretagna vede la disfida fra le acque cattoliche di Holywell e quelle protestanti di Bath, al punto che i malati in cerca di sollievo le provano entrambe per vedere se è più forte la scienza o il miracolo. Ma si insinua nelle terme, sia protestanti che cattoliche, il germe della perdizione.

Si sviluppa così un nuovo tipo di pellegrinaggio, non più devoto ma edonistico. Il soggiorno alle terme diventa un equivalente secolare e moderno alle feste e ai pellegrinaggi religiosi della società pre-industriale. Questi viaggi verso le località termali avevano le caratteristiche dei riti di passaggio: il distacco dal sistema dominante, il parziale appiattimento degli status sociali e il trasferimento temporaneo da un centro mondano a una periferia magica. Mentre ci addentriamo nell’èra dell’Aquario, l’acqua perde ogni sacralità. È inquinata, imbottigliata, invocata nella siccità, è l’acqua pesante della bomba atomica, l’acqua della tortura nell’annegamento simulato, l’acqua delle alluvioni, l’acqua dove naufragano i barconi. Il pensiero New Age prova a consolarci dicendo che l’acqua è yin nella sua tendenza alla stabilità e yang nella sua capacità di muoversi, evolversi, trasformarsi. L’acqua esprime il fluire e il divenire del mondo che bisogna accettare perché è il destino di mortali. L’unica acqua santa che ci rimane oggi è quella della Jacuzzi, invenzione italiana, nella moderna spa, luogo di edonistica indulgenza, miraggio di fontana dell’eterna giovinezza, che non è più né cattolica, né protestante, né casta né perversa ma asettica, quasi sepolcrale dove si suda in silenzio e solitudine e si giace come in un obitorio, oppressi da musiche scroscianti di artificiali ruscelli, bevendo tisane disintossicanti e vagando fra i vapori a bordo piscina come anime infelici sulle rive del Lete.