ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Blanco: "Con Blu Celeste riparto sospeso nell’acqua"

Il re bresciano di Spotify al primo album: sono stato vicino al fondo ma non l’ho mai toccato e alla fine la musica vince sempre

Blanco esce con "Blu Celeste"

Milano - Altro che Madame, Mengoni, Fedez, Lauro e Orietta. Se il tormentone dell’estate l’avesse deciso il popolo di Spotify under 20 a vincere sarebbe stato lui, il Blanco di "Mi fai impazzire". E pure il "famoso" della musica urban Sfera Ebbasta si sarebbe dovuto accontentare di qualche disco di platino in meno, tenuto conto dei tre che gli ha invece regalato questa collaborazione col rapper bresciano, all’anagrafe Riccardo Fabbriconi, diciotto anni, arrivato proprio ieri, con "Blu Celeste", al traguardo del primo album. Un lavoro che ne sottolinea le pulsioni borderline, ma anche quella capacità di fermarsi un metro prima del precipizio che l’ha portato nel tempo a confrontarsi con gente come Madame, Salmo, Mace e, appunto, Sfera.

Riccardo, prima sorpresa del disco: fra le tracce manca ‘Mi fai impazzire’. Perché? "Perché il repertorio è molto personale e non ho voluto mettere collaborazioni. L’ho scritto quasi tutto con Michelangelo, il mio produttore, l’unico capace di tirarmi fuori cose intime. Manca pure ‘Belladonna’, primo singolo ‘serio’ della mia discografia, perché in questo momento non mi rispecchia. D’altronde in quarantena stavamo impazzendo tutti e delle cose che ho prodotto in quel periodo si salva poco".

Dalla copertina si direbbe che "Blu Celeste" è un album costruito sull’acqua. "Come si intuisce già dal titolo, il concept su cui poggiano queste 12 canzoni è proprio l’acqua; il senso di sospensione che si prova immergendosi. Nella foto di copertina, scattata in Liguria, fluttuo tra superficie e abisso, anche se ‘Celeste azzurro’ sta sul fondale perché è passato, non mi rispecchia più, e sto già lavorando al prossimo".

Lei si sente più vicino alla superfice o al fondo?"Alla superficie, ma sono stato vicino al fondo, anche se fortunatamente non l’ho toccato".

Rigirerebbe un video "strafatto" come quello di "Notti in bianco"? "Sì. Per dire come stavo messo, una parte di quel video l’abbiamo girata a Cremona, l’altra a Milano, e io nel tragitto mi sono tagliato i capelli sul treno".

Lei è di Calvagese sulla Riviera. E in un anno ha cambiato la sua vita. "Se vieni dal paesino di 3.600 anime nessuno ti regala niente. Ho dovuto lottare, ma alla fine la musica vince sempre. Certo, oltre alle capacità, occorre avere fortuna; diciamo un 70% di bravura e un 30% di cu*o. So di non saper cantare, ma non me ne frega niente. Urlo col cuore".