CARLA MARIA CASANOVA
Cultura e Spettacoli

Emanuela Castelbarco, ricordi di una nipote: "Mio nonno Toscanini appassionato di quadri"

Se in questo 2017 si celebrano i 150 anni dalla nascita e i 60 dalla morte, nelle ricche manifestazioni del 2007 venne alla luce una passione segreta: la pittura

IN FAMIGLIA Un ritratto del Maestro Arturo Toscanini commemorato da domani alla Scala a 150 anni dalla nascita e 60 dalla morte In alto la nipote Emanuela di Castelbarco e sotto il direttore d’orchestra con la moglie in Usa

Milano, 21 marzo 2017 - Il nome non ha mai «perso quota» ma negli ultimi anni il personaggio Arturo Toscanini (1867-1957) è rimbalzato per il mondo con ancora nuove sfaccettature, invadendo campi insospettati. Se in questo 2017 si celebrano i 150 anni dalla nascita e i 60 dalla morte, nelle ricche manifestazioni del 2007 (50 anni dalla morte) venne alla luce una passione segreta: la pittura. Per la prima volta furono allestite mostre (a Parma, Livorno e Milano) con «I quadri della collezione Toscanini». Ora si viene a sapere che il Maestro (non dilettante ma grande conoscitore in materia) un giorno arrivò a dichiarare di «essere indeciso, come propensione personale, tra pittura e musica». La nipote Emanuela di Castelbarco (oggi l’unica della famiglia Toscanini ad aver conosciuto e frequentato a lungo il Maestro) ricorda: «Il nonno aveva conoscenze approfondite in varie materie per il suo gran leggere. La sua predilezione nella pittura andava per i suoi contemporanei fine Otto e inizio Novecento, (macchiaioli e divisionismo) ma conosceva tutto anche dell’arte rinascimentale».

Aveva conoscenze personali tra gli artisti?

«Ebbe due guide in due amici intimi, il mercante-pittore Vittore Grubicy de Dragon, e lo scultore Leonardo Bistolfi. Grubicy dipinse anche un bel ritratto del Nonno e Bistolfi disegnò e scolpì la cappella funebre che i Toscanini fecero erigere al Monumentale per la morte di Giorgio, il loro bambino di quattro anni e mezzo morto di difterite nel 1906».

Toscanini andava ad acquistare i quadri direttamente?

«Sì, era tutto un andare e venire tra aste e studi di pittori. Quando il nonno s’invaghì della celeberrima «Toilette del mattino», visitando l’atelier di Telemaco Signorini (e la comperò) la spesa fu tale che la nonna Carla, per cercare di compensare l’esborso, gli fece firmare una carta dove si impegnava a incidere due dischi. Pare che il Nonno avesse confidato all’amico Ojetti: “Quella luce dalle persiane verdi socchiuse, la donna che si pettina davanti allo specchio, l’amico che sbadiglia sul divano…Potevo privarmi di un quadro così?”».

Dove erano sistemati questi quadri, alcuni come si è visto di enorme valore?

«Alla fine erano 153 tele, sparse nelle case di Milano e Riverdale, negli Stati Uniti. Il nonno le cambiava di posto spesso. Aveva sempre in mano chiodi e martello e gli spostamenti avvenivano per la maggior parte di notte, quando non riusciva a dormire».

Che ne è, oggi della collezione?

«Alla morte del Nonno è stata divisa fra i tre figli: Walter, Wally, Wanda. Walter riuscì a tenere il suo lotto quasi intatto. Gli altri sono in giro per il mondo».

Come era Toscanini nonno?

«Un nonno affettuosissimo».