Covid, ecco la variante Eris: quali sono i sintomi. E perché diventa dominante

La nuova versione della malattia responsabile dell’aumento dei contagi e dei decessi in Italia. Attenzione anche alla variante Pirola

Milano, 9 settembre 2023 – Riecco il Covid. L’ospite sgradito con cui ci troviamo a convivere da più di tre anni, a dire il vero, non se n’era mai andato. In queste ultime settimane, però, si registra una decisa ripresa nel numero dei contagi, delle ospedalizzazioni e dei decessi. Niente a che vedere con le cifre delle quali abbiamo ricordo nelle fasi più acute della pandemia, è vero, ma abbastanza per innalzare il livello di attenzione. 

Variante Eris e variante Pirola: le nuove "versioni" del Covid
Variante Eris e variante Pirola: le nuove "versioni" del Covid

Le nuove varianti

L’incremento dei casi è dovuto, secondo gli specialisti, alle nuove varianti. La Pirola (BA.2.86) e, soprattutto, la Eris (EG.5), che sembra avere maggiore capacità rispetto alle ultime versioni della malattia di bucare le difese immunitarie. Anche fra chi si è già ammalato e chi ha completato il ciclo vaccinale. 

Nessuna sorpresa: i virus – come abbiamo imparato a conoscere da quando il Covid ha fatto la sua comparsa sulla terra – si evolvono, nel tentativo di riprodursi e di trovare “ospitalità” nel corpo dei loro bersagli, ovvero noi esseri umani. 

Quali sono i sintomi

La nuova variante Eris – in Italia oggi accertata nel 40% dei sequenziamenti, quindi ormai dominante – non sembra essere molto differente dalle “colleghe” che l’hanno preceduta. Il quadro clinico riscontrato nelle persone risultate positive a EG.5 è molto simile a quello riscontrato all’epoca in cui “spadroneggiava” Omicron.

Molti pazienti hanno riferito di aver accusato sintomi simili alle più comuni allergie: naso che cola, tosse, mal di gola, congestione delle vie respiratorie superiori. C’è però un dettaglio a cui fare attenzione: Eris sembra avere una capacità importante di infettare i polmoni. Le prime ricerche scientifiche sulla variante – ancora da validare –confermerebbero questa sua caratteristica, che nei pazienti più fragili potrebbe manifestarsi in sintomi più severi.

E la Pirola?

Meno frequente, almeno per il momento, sembra essere la variante Pirola. Che, però, potrebbe essere più pericolosa. BA.2.86, infatti, evidenzia un elevato numero di mutazioni sulla Spike, caratteristica che potrebbe “aiutarla” a battere l’immunità da precedenti vaccinazioni o infezioni. Richiedendo, quindi, un vaccino aggiornato per la stagione autunnale in arrivo. 

Pirola, poi, oltre ai sintomi consueti, provocherebbe anche febbre alta (fino a 39°), raffreddore e perdita del senso del gusto o dell'olfatto.