Variante Delta dominante in Russia, Sos anche per l'Inghilterra. Cosa dicono gli esperti

Intanto sono state individuate tre diverse versioni della "famiglia" della variante ex indiana

In coda per la vaccinazione in Russia

In coda per la vaccinazione in Russia

Mentre le campagne di vaccinazione proseugono, seppure a velicità diverse in tutto il mondo, ora la variante Delta fa paura. Dalla Russia alla Gran Bretagna, passando dalla Cina, questa versione del Sars-Cov2 sta facendo alzare i comtagi e le misure di prevenzione per evitare una nuova ondata. E l'Italia ha già previsto la quarantena obbligatoria di cinque giorni per chi arriva dal Regno Unito. Ecco cosa sta succedendo. 

Variante Delta: quali sono i sintomi? 

In Russia

In Russia nelle ultime 24 ore si sono registrati 17.906 nuovi casi di Covid-19, il dato più alto dallo scorso 31 gennaio. Stando ai dati riferiti dalle autorità sanitarie, solo nella città di Mosca sono state 9.120 le nuove infezioni. Ieri il sindaco della capitale russa, Sergei Sobyanin, ha dichiarato che quasi il 90% dei nuovi casi è dovuto alla variante Delta del coronavirus.  Complessivamente, la Russia conta quasi 5,3 milioni di casi e 128.911 morti dall'inizio della pandemia. Secondo il centro operativo anticoronavirus, nel corso dell'ultima giornata in Russia sono morte a causa del Covid 466 persone. Stando all'istituto nazionale di statistica Rosstat, invece, riferisce la tv Dozhd, in totale 270.352 persone sono morte in Russia a causa della malattia. Secondo l'Afp, che cita il sito web Gogov, in Russia hanno ricevuto almeno una dose di vaccino circa 19 milioni di persone su una popolazione di circa 146 milioni di abitanti

In Gran Bretagna

Nel Regno Unito è in atto una terza ondata di infezioni da coronavirus a causa della variante Delta. Lo ha detto alla Bbc un consulente del governo britannico per il programma di vaccinazione, Adam Finn.  I casi stanno aumentando, ha detto Finn, "forse possiamo essere un po' ottimisti sul fatto che non stiano aumentando velocemente, ma comunque c'è un incremento, quindi questa terza ondata è sicuramente in corso". Per l'esperto, ora "la corsa è tra il programma vaccinale e la terza ondata della  variante Delta".  E "sono gli adulti che si ammalano", ha precisato, per cui "vaccinare gli adulti è chiaramente la priorità in questo momento", mentre non "è appropriato, né qui né in nessuna altra parte di Europa" vaccinare i bambini con più di 12 anni. Per capire come si stia alzando la curva epidemica oltremanica basti pensare che un mese e mezzo fa, all'inizio di maggio, i nuovi casi giornalieri erano di poco sopra 1.600, ora superano i diecimila da tre giorni. 

Impennata di contagi

In Cina

Intanto in Cina si stanno prendendo misure drastiche per evitare "l'ingresso" della variante "indiana". L'aeroporto cinese di Shenzen ha cancellato centinaia di voli e rafforzato i controlli sugli arrivi, dopo che una dipendente di un ristorante è risultata positiva al Covid con la variante Delta (cosidedetta indiana). Per entrare nell'aeroporto serve adesso un test negativo al virus fatto nelle ultime 48 ore, ha spiegato la direzione sul suo account WeChat. Le autorità sanitarie della città hanno precisato che a contrarre il virus è stata una cameriera di 21 anni di un ristorante dell'aeroporto. La positività alla temibile nuova variante è stata scoperta durante un controllo di routine effettuato sul personale dell'aeroporto. Shenzen, città cinese che si trova vicino a Hong Kong, ospita alcune delle più grandi aziende tech asiatiche, fra cui Huawei e Tencent. Nella giornata di venerdì la Cina ha registrato 30 nuovi casi di Covid, 6 dei quali nella provincia meridionale di Guangdong, dove si trova Shenzen. 

Le tre versioni della variante Delta

La variante indiana, o Delta, intanto "cresce": la più diffusa delle tre versioni finora in circolazione, indicata con la sigla B.1.617.2, ha adesso una nuova versione individuata per la prima volta in India, nell'Istituto di genomica e biologia integrativa (Igib) del Consiglio nazionale delle ricerche indiano, Csir. La nuova  variante si chiama B.1.617.2.1, a sottolineare il legame di famiglia con quella finora nota, ma per brevità viene indicata con la sigla AY.1. Secondo I ricercatori dell'Igib sarebbe già diffusa in alcuni Paesi e avrebbe caratteristiche che potrebbero renderla più resistente sia ai vaccini anti Covid, sia alle terapie basate sugli anticorpi. 

Finora la variante Delta più frequente è stata registrata in un centinaio di Paesi ed è indicata con la sigla B.1.617. È comparsa in India nell'ottobre 2020, contemporaneamente a un'altra variante simile, ma meno aggressiva, la B.1.618. Nelle banche dati genetiche internazionali quella che adesso è la variante Delta, secondo la terminologia recentemente introdotta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è diventata una sorvegliata speciale, ossia una delle cosiddette Voc (dall'inglese Variant of Concern), ossia le varianti che per le loro caratteristiche destano particolare preoccupazione. Come tutte le varianti, anche la Delta accumula mutazioni con una relativa facilità, tanto che molto presto ha dato origine a una sorta di famiglia, i cui membri sono le tre versioni chiamate B.1.617.1, B.1.617.2 e B.1.617.3. Di queste la più diffusa è la B.1.617.2, considerata il 60% più efficace nel trasmettersi rispetto alla variante Alfa grazie ad alcune mutazioni, come la K417N, presente anche nelle varianti Gamma, la B.1.351 identificata per la prima volta in Brasile e nella Beta identificata in Sudafrica, e la E 484Q, presente anche nella variante Gamma.

Cosa dicono gli esperti

Di fronte alla maggiore contagiosità della variante Delta, di circa il 60%, secondo il fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento, coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con Agenas, la percentuale della popolazione che è necessario vaccinare per raggiungere l'immunità di gregge aumenta a circa l'88%. "Poiché la variante Delta è circa il 60% più contagiosa rispetto alla variante Alfa, è necessario raggiungere una percentuale più alta di vaccinati. In questo modo, anche se a settembre la Delta dovesse essere dominante, non sarà pericolosa per la sanità pubblica". "Anche alla luce dei dati provenienti dall' Inghilterra, la campagna di vaccinazione in corso potrà contenere l'impatto della variante Delta del virus SarsCoV2 nella misura in cui il numero persone completamente vaccinate (seconda dose) sarà elevato (oggi è circa il 26%). Molto probabilmente sarà una corsa contro il tempo, come è stata quella, vinta, che ci ha permesso di contenere la variante Alfa, dominante da fine febbraio-inizi di marzo". 

Galli: non illudiamoci, è già qui

Secondo Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di Microbiologia dell'Asst Spedali Civili.Tracciare, sequenziare e vaccinare sono le armi per evitare che la variante Delta (ex 'indiana') di Sars-CoV-2 possa diventare il prossimo autunno anche per l'Italia il problema che già oggi rappresenta nel Regno Unito.  "Ma questo al momento per noi è un pensiero lontano - rassicura - perché assistiamo da tempo alla presenza di focolai nel nostro Paese, che però finora non sembrano prendere piede in maniera importante né espandersi in modo esponenziale".