REDAZIONE CRONACA

Evasione fiscale internazionale per 10 milioni di euro, nei guai imprenditore

Dai controlli è emerso che l'uomo, un polacco, a partire dal 2010 aveva sistematicamente omesso di presentare la dichiarazione dei redditi in Italia.

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Varese, 25 giugno 2015 -  Durante le indagini fiscali, riconducibili alla più generale azione della Guardia di Finanza di contrasto all’evasione fiscale internazionale e alla ricerca di disponibilità patrimoniali e finanziarie detenute all’estero da persone residenti in Italia, la Compagnia di Varese ha sottoposto a controllo un imprenditore polacco, che a partire dal 2010 aveva sistematicamente omesso di presentare la dichiarazione dei redditi in Italia. L’attività svolta ha permesso di sviluppare, in chiave investigativa, gli elementi informativi acquisiti nel corso di un controllo eseguito al valico di confine di Gaggiolo, riguardo la circolazione transfrontaliera di valuta. Attraverso l’utilizzo mirato delle banche dati in uso e l’attività d’intelligence dei militari è stato possibile individuare in Italia i legami familiari, il centro degli interessi patrimoniali e sociali e quindi la residenza fiscale, dell'uomo, che risultava, invece, fittiziamente residente in Polonia.

In particolare, al termine dei controlli, i finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Varese hanno accertato redditi non dichiarati dall'imprenditore per circa 10 milioni di euro per gli anni dal 2010 al 2013. Grazie alla documentazione rinvenuta durante il controllo in frontiera, che attestava il possesso di attività finanziarie illecitamente detenute in Svizzera, è stato possibile delineare le trame dell’evasione e ricostruire il reddito in quegli anni. Per lo stesso periodo il contribuente ha omesso di indicare nel quadro RW della dichiarazione dei redditi gli investimenti di natura finanziaria detenuti all’estero per oltre 24 milioni di euro. L’attività svolta ha permesso di rilevare anche il mancato pagamento dell’Ivafe, (l’Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero) dovuta dalle persone fisiche residenti in Italia a decorrere dal periodo d’imposta 2011.

L’attività investigativa di polizia tributaria delle Fiamme Gialle si è sviluppata in modo da ricostruire l’esatta posizione fiscale del contribuente e adottare, conseguentemente, ogni misura utile a garantire la pretesa erariale. Il contribuente si è reso dunque responsabile delle violazioni previste per l’omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi. Ora l'impenditore controllato dovrà corrispondere all’erario sia il pagamento delle imposte dirette per oltre 4 milioni di euro e le relative sanzioni previste dalla legge tributaria sia la sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo di 1.440.000 euro ad un massimo di 7.200.000 euro dell’ammontare degli importi degli investimenti esteri non indicati nel quadro RW della dichiarazione dei redditi.