Università in Lombardia: le laureate sono più dei laureati

In cattedra però le cose cambiano: solo Bergamo e Bicocca si salvano

Esame all'università Cattolica

Esame all'università Cattolica

Milano, 8 marzo 2024 – Segregazione orizzontale, ovvero sotto-rappresentazione delle donne in ambiti disciplinari come quelli scientifici, e segregazione verticale, ovvero sotto-rappresentazione delle donne nelle posizioni apicali della carriera. Due zavorre che rendono ancora difficile la parità di genere in ambito accademico, ma non solo.

L’indagine

Lo sottolinea il focus sulle carriere femminili in ambito accademico pubblicato dal Ministero dell’Università, che ha analizzato i dati relativi alle diverse componenti del sistema universitario italiano (studenti, personale docente e non docente), da cui si evidenzia la presenza di fenomeni di "segregazione” sia orizzontale, dovuta alle scelte dei percorsi di studio sin dall’immatricolazione, sia verticale legata alla carriera, con un’attenzione particolare alle aree Stem e al contesto del territorio nazionale. Vero è che non si tratta di una specificità solo italiana, ma la si riscontra anche in Europa, tanto che la Commissione europea ha elaborato una strategia europea proprio per sostenere le università nell’affrontare le tematiche dell’inclusione e della parità di genere. Altrettanto vero è che, negli ultimi anni, ci sono stati dei progressi. Di fatto, però, c’è ancora strada da fare per arrivare ad una piena parità.

Woman power

La fotografia dei tassi di femminilità (ovvero numero di donne ogni 100 uomini) per gli atenei lombardi dice che quasi ovunque le laureate sono più dei laureati (dato generale, che non tiene conto della specificità delle materie Stem dove le donne sono meno presenti), ma man mano che si progredisce nella carriera accademica si riducono.

A livello complessivo, negli atenei lombardi il tasso di femminilità è di 127 laureate ogni 100 laureati, con punte (tra gli statali) di 203 all’Università di Bergamo, 163 in Bicocca, 148 all’Università dell’Insubria.

Ricerca

Tra i ricercatori, il tasso scende a 80/100, con le sole eccezioni di Iulm a Milano, Università degli Studi di Brescia, Università “Carlo Cattaneo” e Università telematica di Novedrate, dove c’è la sostanziale parità tra ricercatori e ricercatrici. Quando si arriva, invece, tra i professori ordinari, il tasso di femminilità è meno di un terzo rispetto a quello dei laureati: 38, con la punta più alta di 61 dell’Università di Bergamo (escluso il caso dell’università telematica di di Novedrate, dove il tasso è 100 ma su un totale di 6 professori ordinari).