Un altro masso si stacca dalla parete La vita da sfollati di un condominio

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di Rosella Formenti

LUINO (Varese)

La frana si muove ancora. A Luino in via Creva, all’altezza del civico 93, nella notte tra sabato e domenica si è verificato di nuovo il distacco di un grosso masso, dopo che giovedì erano franate diverse rocce costringendo a evacuare un condominio. Ieri mattina il sindaco Enrico Bianchi è tornato in via Creva, "la situazione è preoccupante – ha detto il primo cittadino – al momento i rocciatori che dovrebbero effettuare il disgaggio ancora non possono intervenire, le operazioni sarebbero pericolose anche per loro". A preoccupare, continua Bianchi "è quella parte rocciosa che sulla sommità spunta dalla parete, è stata individuata una fessura, causata da infiltrazioni d’acqua, non lascia affatto tranquilli".

Restano dunque ancora da decidere e definire gli interventi che dovranno essere effettuati per risolvere la situazione e garantire quella sicurezza che consentirà alle undici famiglie (25 persone) evacuate dal palazzo di quattro piani minacciato dalla frana di rientrare nelle proprie abitazioni "Non possiamo stabilire i tempi del loro rientro – sottolinea Bianchi – nei prossimi giorni saranno effettuate altre verifiche con i rocciatori e poi si valuterà come procedere, come ho già detto è un problema grave che l’amministrazione da sola non può risolvere, fondamentale in questa situazione la collaborazione, avviata, con gli altri enti, Provincia e Regione".

Nella mattina di oggi, il sindaco incontrerà in municipio l’amministratore del palazzo evacuato, nel pomeriggio a Varese in Prefettura ci sarà invece il tavolo con Provincia e Regione per decidere gli interventi che dovranno garantire definitivamente la sicurezza nell’area. Ieri intanto i vigili del fuoco, dopo l’intervento nella notte per la caduta del masso, sono stati impegnati ad accompagnare gli inquilini del condominio minacciato dalla frana, sempre in movimento, rientrati nelle case per prelevare effetti personali e ciò di cui hanno bisogno in quella quotidianità cambiata improvvisamente dalla mattina di giovedì 5 gennaio quando hanno dovuto lasciare velocemente le abitazioni e trovare sistemazioni presso parenti o in strutture. Imrpovvisamente sono diventati degli sfollati.

Giusto il tempo di raccogliere le proprie cose, con il nodo in gola e gli occhi che si sono fatti lucidi quando le porte si sono richiuse alle loro spalle, con i vigili del fuoco a fare da angeli custodi. La preoccupazione per il futuro è grande, un pensiero assillnte ma al momento senza la risposta più attesa: sapere quando potranno rientrare a casa, perché la frana è una minaccia.