Truffe a imprese con false Pec di banche: perquisizioni tra Brescia e Milano

A cominciare le indagini gli agenti della Polizia Postale di Crotone a cui una delle vittime aveva sporto denuncia

Polizia Postale

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Brescia, 3 dicembre 20222 - Sette perquisizioni personali, locali e informatiche, sono state eseguite dalla Polizia di Stato, su delega della Procura di Brescia, nelle province di Milano e Brescia, nei confronti di sette persone appartenenti a un'organizzazione che truffava piccole e medie imprese in tutt'Italia. Il gip ha disposto nei loro confronti l'applicazione delle misure cautelari dell'obbligo di dimora e della presentazione alla polizia giudiziaria e il sequestro preventivo di quasi mezzo milione di euro.

A cominciare le indagini gli agenti della Polizia Postale di Crotone a cui una delle vittime aveva sporto denuncia: i truffatori usavano e-mail e Pec apparentemente riconducibili ai principali istituti bancari italiani per promuovere falsi finanziamenti per l'industria.  Le società oggetto dell'attenzione degli indagati venivano contattate e veniva loro prospettata la possibilità di accedere a contratti di finanziamento per piccole e medie imprese garantiti da Cassa Depositi e Prestiti. La sola condizione imposta per l'erogazione del prestito era la sottoscrizione di una polizza assicurativa, con versamento di premio unico iniziale corrispondente al 1,2% o 1,4% del valore della somma erogata. Il pagamento di tali premi confluiva di fatto su conti correnti esteri nella disponibilità dei sodali. Una volta avvenuto il pagamento, al momento della concretizzazione dell'operazione e della stipula del contratto di prestito, i membri del sodalizio sparivano. Tale attività, in breve tempo, avrebbe permesso loro di guadagnare la ragguardevole somma di circa 500.000 euro.

Le perquisizioni hanno permesso di appurare che l'attività fraudolenta era ancora in corso. Il personale della Polizia Postale di Crotone, coadiuvato nelle attività operative dal Centro Operativo Sicurezza Cibernetica di quella di Milano e Brescia, coordinati dal Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha in tal modo potuto consolidare l'impianto accusatorio. L'esecuzione dei provvedimenti ha consentito di sequestrare 20.000 euro in contanti nella disponibilità degli indagati, verosimilmente proventi dell'attività delittuosa, oltre a numerose carte di credito ed a numerosi dispositivi informatici e telefonici considerati, dagli investigatori, beni strumentali per la commissione dei reati ascritti agli indagati. L'impianto accusatorio, già condiviso dal Gip, dovrà comunque essere oggetto di ulteriori valutazioni in sede processuale.