Trenord è sempre peggio, 21 linee su 38 sotto lo standard minimo: “Boccone amaro per i pendolari”

Rapporto Legambiente: in sei mesi sono aumentati ritardi e cancellazioni e l’indice di affidabilità è impennato. Le tratte peggiori sono la Milano-Mortara e la Bergamo-Carnate-Milano, si sconta un gap infrastrutturale

Capotreno su uno dei convogli Donizetti di Trenord

Capotreno su uno dei convogli Donizetti di Trenord

Vanno sempre più “deteriorandosi” le prestazioni del servizio ferroviario di Trenord. Lo sanno i pendolari che prendono ogni giorno il treno e lo sancisce l’ultimo rapporto “Pendolaria” di Legambiente elaborato sui dai dati pubblicati dalla stessa Trenord. Nel corso dell’anno appena trascorso, si legge nel documento, “il parametro di affidabilità, calcolato sulla totalità delle linee, è passato da 3,63 a 4,88, dal primo al secondo semestre”.

Cos’è l’indice di affidabilità

L’indice di affidabilità del servizio ferroviario tiene conto, mese per mese, dei minuti di ritardo e delle soppressioni dei treni su una linea. Si esprime in un numero che, quando è superiore a 3,0 o 5,0 (a seconda della direttrice), considera il servizio su quella linea al di sotto dello standard minimo. In tal caso, Trenord deve garantire a chiunque abbia un abbonamento mensile uno sconto sul prezzo dell’abbonamento successivo.

“Boccone amaro”

Il deterioramento del servizio ferroviario della Lombardia, spiega Legambiente, “si traduce un boccone amaro per i viaggiatori, che certo preferirebbero viaggiare in modo confortevole su treni puntuali anziché consolarsi con una riduzione di costo dell’abbonamento. Mesi come luglio o novembre 2023 hanno fatto maturare bonus sconto per i viaggiatori su ben 21 delle 38 linee regionali, con una conseguente perdita di entrate per la società di trasporto”.

Le linee peggiori

La linea peggiore della regione, nonché una delle peggiori d’Italia, è la Alessandria-Milano-Mortara (indice affidabilità 8,2), seguita a ruota dalla Bergamo-Carnate-Milano (indice affidabilità 8,2). “I dolori della linea che da Alessandria raggiunge Milano passando per le popolose città di Vigevano e Abbiategrasso sono ben noti da decenni. La linea infatti continua ad essere parzialmente a singolo binario, com’era in gran parte nel XIX Secolo, ed è quindi in condizione di far viaggiare un numero limitato di convogli, sicuramente insufficiente in rapporto alla domanda soprattutto nelle ore di punta”.

La questione del raddoppio

“Ma le priorità sono altre – conclude il rapporto – ed è infatti recente la doccia fredda sul progetto di raddoppio tra Albairate e Abbiategrasso: perso a fine gennaio il treno del Pnrr per lungaggini e modifiche, oltre che per il lievitare dei costi, Rfi si affiderebbe a altre fonti di finanziamento, ovvero a lasciare tutto com’è, in mancanza di un forte indirizzo politico. Quando invece i fondi Pnrr arrivano, sono i cantieri ad essere gestiti in modo da fermare il flusso dei pendolari a causa dei tempi lunghi di realizzazione delle opere: è il caso della Mantova-Cremona, dove i mancati accordi in tal senso tra gestori e aggiudicatari non consentono di realizzare le opere senza chiudere la linea ferroviaria, spostando così il traffico sulla rete stradale, data la difficoltà di stare entro tempi accettabili con il bus sostitutivo”.