
Shmuel Peleg
Pavia - La Procura di Pavia mette un punto fermo al caso del rapimento del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, e chiude le indagini nei confronti del nonno materno Shmuel Peleg e del suo presunto complice, Gabriel Abutbul Alo, con le accuse di sequestro di persona aggravato, sottrazione e trattenimento di minore all'estero, in Israele, e appropriazione indebita di passaporto.
Nell'avviso di conclusione delle indagini firmato dal pm Valentina De Stefano, tradotto in ebraico e notificato oggi, non compare invece il nome della nonna ed ex moglie di Peleg, Esther Cohen, che era stata pure lei indagata. Probabilmente la sua posizione è stata stralciata in vista di una richiesta di archiviazione.
Dunque si va verso il processo per questa vicenda, che è passata alla ribalta delle cronache internazionali, rischiando di compromettere i rapporti diplomatici tra due Stati, e che ha al centro un bambino già segnato dalla morte dei genitori, del fratello e dei bisnonni ed ora conteso tra le famiglie del padre e della madre. Come si legge nell'atto di chiusura dell'inchiesta, secondo il pm, Peleg e Abutbul l'11 settembre 2021 avrebbero portato via il piccolo, che aveva 6 anni, «prelevandolo dal domicilio stabilito dall'Autorità giudiziaria italiana», a Travacò Siccomario (Pavia), «sottraendolo alla tutrice» Aya Biran, zia paterna, «nominata con decreto del 26 maggio 2021» del giudice di Torino e ora sostituita da un professionista esterno. L'avrebbero fatto con un «piano premeditato e organizzato» privando il minore della «libertà personale» e portandolo in Israele, con un volo privato da Lugano, «contro la volontà della persona che ne aveva la custodia». Da qui l'accusa di sequestro di persona aggravato, in quanto riguarda un minore.
Dopo una battaglia giudiziaria, i giudici israeliani hanno disposto il rientro del bambino da Tel Aviv in Italia, per ritornare a vivere nella villetta nel Pavese. Peleg, difeso dagli avvocati Paolo Sevesi e Sara Carsaniga, e Abutbul, assistito dai legali Francesco Isolabella e Cataldo Intrieri, sono anche accusati di sottrazione e trattenimento di minore all'estero e di essersi appropriati del passaporto israeliano del bimbo, «senza restituirlo» a quella che era la tutrice, ossia la zia Aya, «entro il termine» del 30 agosto 2021, come aveva stabilito il giudice pavese.
Abutbul, 50enne soldato di un'agenzia di contractor, israeliano e residente a Cipro, avrebbe fatto da autista a Peleg aiutandolo nel suo piano. Era stato estradato in Italia il primo di giugno in esecuzione di un mandato d'arresto europeo. Su sua richiesta era stato interrogato dal gip di Pavia e aveva chiarito ottenendo, così, di ritornare in libertà col divieto di dimora a Milano, Pavia e Varese. Dopo di che, la sera dello stesso giorno, era rientrato a Cipro per poi raggiungere i suoi famigliari in Israele. Su Peleg, 59enne che vive a Tel Aviv, ancora pende un mandato d'arresto internazionale ed è improbabile che le autorità israeliane diano seguito alla richiesta di estradizione italiana. Dunque è improbabile che, in caso di dibattimento, si presenti in aula.