Svizzera: niente tampone ogni 48 ore per i frontalieri

Il consiglio federale riunitosi a Berna non ha accolto la proposta che era stata avanzata dai principali partiti elvetici

Frontalieri (Cusa)

Frontalieri (Cusa)

Como, 28 gennaio 2021 - I frontalieri non saranno obbligati a sottoporsi ogni tre giorni al tampone per poter lavorare in Svizzera. Il consiglio federale riunitosi ieri a Berna non ha accolto la proposta che era stata avanzata dai principali partiti elvetici, che chiedevano di intensificare le misure di controllo sui lavoratori provenienti da oltre confine. Per le autorità svizzere sarebbe poco pratico mettere in campo un’organizzazione di questo tipo. "Vogliamo permettere alle persone che vengono a lavorare da noi di poter lavorare bene – ha commentato il consigliere federale Alain Berset – non possiamo testare tutti ogni volta che entrano nel nostro paese".

La notizia è stata accolta con favore dal senatore varesino Alessandro Alfieri, che nei giorni scorsi aveva portato la questione all’attenzione di Roma. "Il Ministero degli esteri si è mosso subito con il dipartimento omologo svizzero – spiega – ci hanno dato ampie rassicurazioni che i lavoratori italiani non sarebbero stati coinvolti in queste misure. Così è andata, hanno mantenuto la promessa. La collaborazione con le autorità federali elvetiche è molto buona". Questa volta dunque si è giunti a una sintesi comune, dopo che negli scorsi mesi non erano mancate le frizioni tra i due paesi, dalla chiusura delle dogane fino al blocco dei treni transfrontalieri. L’ultima decisione del consiglio federale vede soddisfatti i sindaci del territorio. "È un sospiro di sollievo per i lavoratori – commenta Enrico Bianchi, primo cittadino di Luino – stiamo studiando le possibili soluzioni per i frontalieri nel caso sia il datore di lavoro, come a volte succede, a richiedere ulteriori certificazioni".