
Dogana con la Svizzera (Cusa)
Como, 29 settembre 2020 - La Svizzera mantiene la libera circolazione delle persone, ma non grazie al Canton Ticino, una regione in cui ha vinto la tendenza contraria. A livello nazionale non cambierà nulla, perché è stata ufficialmente bocciata dagli elettori l’iniziativa della destra sovranista “Per un’immigrazione moderata“ che chiedeva la fine della libera circolazione delle persone tra Svizzera e Ue. Il testo sottoposto ieri a referendum è stato infatti respinto da una maggioranza dei 26 cantoni e semi-cantoni. Ma, in controtendenza, gli elettori del Canton Ticino hanno approvato l’iniziativa con il 53,1 per cento di voti a favore e il 46,9 contrari. Per essere accettate le iniziative popolari devono essere approvate dalla doppia maggioranza del popolo e dei Cantoni, quindi la Svizzera non tornerà a decidere autonomamente quali stranieri accettare e quali no.
Il pacchetto di sette accordi bilaterali tra Berna e Bruxelles risale al 1999: la vittoria del No, avrebbe comportato la disdetta di tutti, con un impatto anche su trasporti aerei e terrestri, ricerca, agricoltura, ostacoli tecnici al commercio e appalti pubblici. Rispetto agli 8,6 milioni di abitanti, gli italiani sono 640mila, metà con doppia cittadinanza, oltre ai 76mila frontalieri il cui ingresso non è mai stato bloccato, anche nei giorni più difficili dell’epidemia di coronavirus in Lombardia. La bocciatura dell’iniziativa popolare per abrogare l’accordo sulla libera circolazione delle persone con l’Unione europea è stata accolta con sollievo e soddisfazione dalla Commissione europea. «Accolgo con favore questo risultato. Lo vedo come un segnale positivo per continuare a consolidare e approfondire il nostro rapporto» con la Svizzera, ha dichiarato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.