Milano – Ore 7.45 di ieri, siamo nella Galleria dei mosaici, quella che porta ai binari della Stazione Centrale di Milano. C’è un ragazzo con la testa rivolta alla macchinetta dei biglietti: ha appena acquistato un ticket del regionale per Colico. Una coppia di passeggeri gli passa di fianco: la donna ne nota il profilo, gli occhiali e gli abiti e ricollega quella sagoma all’immagine circolata in tv e sui social. Una rapida ricerca sul cellulare le dà la certezza: è il sedicenne sparito nel nulla. Scatta la segnalazione agli addetti di Fs Security, che comunicano via radio agli agenti della Polfer la posizione dell’adolescente e restano lì in osservazione, temendo che un loro intervento possa spaventare il minorenne. Quando i poliziotti si avvicinano al liceale e gli chiedono come si chiami, lui tira fuori il documento d’identità. Fine del giallo, sospiro di sollievo dopo otto giorni di angoscia per il destino del sedicenne ripreso per l’ultima volta proprio in Centrale la mattina del 21 marzo.
«La cosa più bella è che sia tornato. L’importante è che sia qui in questo momento. Vogliamo ringraziare le forze dell’ordine e le persone che ci hanno aiutato in questa settimana terribile. Anche lui era emozionato nel rivederci. Molto, molto. Tutti lo stavano aspettando", la commozione dei genitori dopo aver riabbracciato il figlio insieme alla sorellina negli uffici della polizia ferroviaria in Centrale. "Dov’è stato? È la cosa che ci interessa meno", tagliano corto mamma e papà. Con ogni probabilità lo racconterà lo studente dopo Pasqua, quando sarà sentito dai pm della Procura di Lecco guidata da Ezio Domenico Basso. Inizialmente, si era pensato a un allontanamento per mettersi alla prova in una sorta di prova di sopravvivenza in montagna, ma le indagini dei carabinieri coordinati dal colonnello Alessio Carparelli hanno escluso uno scenario del genere; così come l’ipotesi più preoccupante, che faceva temere che il sedicenne fosse partito per raggiungere qualcuno che potesse fargli del male.
Stando a quanto emerso finora, l’adolescente avrebbe passato il confine alla frontiera con la Slovenia e avrebbe attraversato in pullman i Balcani fino al Montenegro: lì, a Karasovici, i poliziotti croati lo hanno controllato, e l’inserimento del nome in banca dati ha fatto emergere l’alert internazionale inserito dai militari. A quel punto, il liceale deve aver capito che quel viaggio, che forse nelle sue intenzioni avrebbe dovuto concludersi in Grecia o chissà dove, era diventato un’impresa impossibile da portare a termine. Così è tornato indietro. E ieri mattina ha comprato il biglietto per rientrare a casa. "Siamo tutti felicissimi e sollevati. Ci stringiamo intorno al ragazzo e alla sua famiglia in questo momento di tanta serenità. I compagni e i professori non vedono l’ora di poterlo riabbracciare, ovviamente quando sarà possibile", ha detto la dirigente scolastica del suo liceo.