Samarate, quei conti messi male solo per lui: oggi la verità del padre omicida

Arrestato pronto a chiarire. Il “movente” di difficoltà economiche imminenti non trova riscontro nelle carte

I rilievi nella mattinata del 4 maggio

I rilievi nella mattinata del 4 maggio

Busto Arsizio (Varese) - È il giorno della verità del geometra Alessandro Maja, che oggi potrebbe rispondere alle domande del gip e chiarire i motivi che lo hanno spinto a sterminare la sua famiglia. Gli accertamenti sulla strage di Samarate, infatti, finora hanno offerto scarsi appigli agli investigatori per spiegare il perché di tanta violenza. Anche la pista del denaro ha lasciato numerosi dubbi irrisolti. Sui rendiconti di Maja forse c’erano "gestioni parallele", debiti non alla luce del sole che potrebbero aver iniziato a tormentare il geometra di 57 anni. Aveva ricevuto pressioni da qualcuno? Da dove nasceva tutta la sua preoccupazione per una situazione economica magari in flessione, ma non giunta – stando alle carte finora vagliate – a una situazione di dissesto finanziario? Dietro l’incursione notturna nella villetta sotto sequestro in via Torino c’è solo una "macabra bravata" oppure l’azione di qualcuno in cerca di documenti? Il punto di rottura risale ai primi mesi di quest’anno, quando il geometra Alessandro Maja è diventato "sempre più cupo, schivo e silenzioso", preoccupato da problemi economici e dalla possibilità di "finire in rovina".

Per questo gli investigatori stanno passando al setaccio carte e bilanci del suo studio di progettazione in via Ascanio Sforza a Milano, contatti e rapporti legati all’attività imprenditoriale, debiti o eventuali prestiti ricevuti per superare le difficoltà che diverse imprese del suo settore hanno attraversato durante la pandemia. Maja, ancora ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Monza, nei pochi sprazzi di lucidità ha accennato anche ai suoi legali di "problemi economici", di un "calo legato al Covid" e difficoltà che però potrebbero essere state anche ingigantite fino a diventare ossessioni. I carabinieri, coordinati dal procuratore di Busto Arsizio Carlo Nocerino e dal pm Carlo Alberto Lafiandra, stanno cercando di ricostruire minuziosamente le settimane e i giorni precedenti alla notte dell’orrore, quando armato di martello e trapano ha ammazzato la moglie Stefania Pivetta e la figlia 16enne Giulia, riducendo in fin di vita il figlio maggiore Nicolò.

Oggi, alle 11, è stato fissato l’interrogatorio di garanzia all’ospedale di Monza, davanti al gip Luisa Bovitutti. Maja (a suo carico è già stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare) sarebbe intenzionato a rispondere alle domande assistito dal suo difensore, l’avvocato Enrico Milani. Avrebbe recuperato infatti, almeno in parte, la lucidità necessaria per sottoporsi all’interrogatorio, finora rimandato a causa delle sue condizioni psichiche, e per mettere a fuoco alcuni particolari fra i tanti "non ricordo" pronunciati in questi giorni.