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Cronaca

Lombardia, gli stipendi dei manager regionali: “Trenord, compensi legati ai risultati. Finlombarda restituisca i soldi in più”

Il Consiglio ha accolto un ordine del giorno del Pd che vincola la retribuzione di Piuri al servizio reso e un secondo per evitare di incorrere nel danno erariale come paventato due volte dalla Corte dei Conti

Marco Piuri, attuale amministratore delegato dell’azienda ferroviaria lombarda nonché direttore generale del Gruppo FNM

Marco Piuri, attuale amministratore delegato dell’azienda ferroviaria lombarda nonché direttore generale del Gruppo FNM

Milano – Il Consiglio regionale ha approvato due ordini del giorno proposti entrambi dal Pd ed entrambi relativi agli stipendi dei manager di due società di primo piano del sistema regionale: Trenord e Finlombarda.

Nel primo caso nel mirino c’è la retribuzione di Marco Piuri, attuale amministratore delegato dell’azienda ferroviaria lombarda nonché direttore generale del Gruppo FNM. Nel secondo, invece, c’era da rispettare l’indicazione della Corte dei Conti ed evitare, così, l’eventualità di incorrere nel danno erariale. Con ordine, allora.

Nelle ultime settimane le opposizioni hanno sottolineato come lo stipendio di Piuri, tra l’una e l’altra carica, sia costantemente aumentato in questi anni a fronte degli scarsi progressi del servizio reso da Trenord ai pendolari.

"Nei cinque anni compresi tra il 2017 e il 2023 gli indicatori-spia della qualità del servizio reso da Trenord ai pendolari lombardi sono tutti peggiorati. Ed oltre alla qualità si è ridotta anche la quantità dell’offerta. Nello stesso periodo di tempo, però, la remunerazione di Piuri è aumentata: con l’ultima aggiunta di 36.228 euro è di 663.503 euro, rispetto ai 494.212 euro del 2017": questa la denuncia del Pd lombardo.

Da qui l’ordine del giorno presentato ieri dal consigliere regionale Democratico, Pietro Bussolati che "impegna la Giunta regionale ad avviare le necessarie interlocuzioni con FNMSpa al fine di inserire all’interno della componente variabile della remunerazione del direttore generale un obiettivo individuale strettamente legato al ragigungimento dell’efficienza del servizio pubblico erogato dalla società".

Una clausola che è prassi avere in un contratto professionale. Ma il dato politico è che l’ordine del giorno ha trovato l’accoglimento della maggioranza di centrodestra, che l’ha approvata sia pure con una modifica: il testo definitivo impegna infatti la Giunta regionale "a proporre, fatta salva la piena autonomia della società nelle politiche salariali dei propri dipendenti, per la parte relativa alla componente variabile, le remunerazioni dei dipendenti apicali al risultato di efficacia e di efficienza del servizio ferroviario della società stessa e delle sue partecipate". L’accento della modifica è sulla "piena autonomia" di FNM.

Diverso il caso di Finlombarda. La prima a pronunciarsi sui compensi fuori misura degli amministratori della finanziaria della Regione è stata la Corte dei Conti già a luglio 2023 in occasione del giudizio di parifica del Bilancio regionale: "Si stigmatizza come potenzialmente dannosa la spesa sostenuta da Regione Lombardia per il compenso degli amministratori della società Finlombarda Spa in quanto superiore al limite imposto dall’articolo 11, comma 7, del Tusp (Testo unico società a partecipazione pubblica ndr ) – scrivevano i magistrati contabili un anno fa –. Tale disposizione di legge prevede l’applicazione del limite al compenso (...): a decorrere dal primo gennaio 2015, il costo annuale sostenuto per i compensi degli amministratori di tali società non può superare l’80% del costo complessivamente sostenuto nell’anno 2013".

Tradotto: "Ebbene – prosegue la magistratura contabile –, rispetto al parametro normativo di riferimento risulta che sia stato sforato il limite previsto, nel 2022, di ben 96.359 euro per il pagamento dei compensi dovuti ai tre amministratori che compongono il Consiglio d’amministrazione della società Finlombarda Spa". Da qui l’invito della Corte dei Conti "rivolto a Regione Lombardia in ordine alla rimodulazione dei compensi".

Un invito che non è caduto nel vuoto, ma Palazzo Lombardia vi ha dato seguito in un modo che la stessa Corte ha trovato singolare, come riportato nell’ultimo giudizio di parifica, quello di pochi giorni fa: "Quanto ai compensi si rileva il permanere di forti criticità (...). Si prende atto che l’Assemblea degli azionisti, nella seduta del 27 novembre 2023, ha rideterminato il costo complessivo per i compensi dell’organo amministrativo, fissando un tetto massimo onnicomprensivo di 88.769 euro lordi annui, corrispondenti all’80% del costo complessivamente sostenuto nel 2013. Non si comprendono tuttavia le ragioni che hanno impedito a Finlombarda di provvedere ad una rettifica dei compensi solo a far data dal primo dicembre 2023 anziché già dal primo gennaio 2023". Segue un monito: "In occasioni analoghe la giurisprudenza ha ritenuto l’extraesborso a carico dell’amministrazione partecipante (Regione ndr ) quale danno erariale".

Lo stesso Bussolati ha quindi presentato un ordine del giorno – approvato dall’Aula del Pirellone – col quale si "impegna il presidente della Regione e la Giunta a provvedere con estrema urgenza al recupero di quanto indebitamente versato al fine di mettersi al riparo da ogni eventuale responsabilità amministrativa". "È incredibile – sottolinea il consigliere dei Dem – che sia servito un atto della minoranza per prevedere che i dirigenti apicali della società che si occupa di servizio ferroviario abbia tra gli indicatori anche la qualità del servizio stesso. Così come sembra banale dover richiamare Regione a recuperare quanto versato ingiustamente agli amministratori di Finlombarda. Dimenticanze nel caos delle partecipate lombarde".