Spostamenti tra regioni vietati: proroga del blocco fino al 22 febbraio o al 5 marzo

Si va verso un decreto ponte che limiti per una o più settimane la mobilità tra zone gialle. Conferenza Regioni favorevole, ma Zaia si smarca

Spostamenti tra regioni gialle, le Faq del Governo

Spostamenti tra regioni gialle, le Faq del Governo

Milano, 11 febbraio 2021 - Impianti sciistici aperti, regioni chiuse. Si va verso questo scenario da lunedì 15 febbraio. E' infatti ormai certa la proroga del divieto di spostamento tra regioni gialle, che dovrebbe arrivare domani. Al vaglio due opzioni: un decreto ponte più soft, fino al 22 febbraio, o uno più lungo, che arrivi fino al 5 marzo, data in cui scadrà il Dpcm del 16 gennaio. Ed è questa l'ipotesi più accreditata, anche per uniformare le scadenze tra normative anti contagio. A farsi carico di quest'ulteriore misura dovrebbe essere il governo uscente guidato da Giuseppe Conte, a cui è affidata al momento l'ordinaria amministrazione. Anche perché il nuovo esecutivo dovrebbe insediarsi definitivamente solo nei primi giorni della prossima settimana. E' possibile cioè che si crei un buco di 24-48 ore in cui lo spostamento tra regioni torna 'libero'. Ma è quasi certo che si vada verso una proroga dello stop. Una misura da adottare con decreto legge e quindi in Consiglio dei ministri, visto che si tratta di una sospensione di una libertà costituzionale. Per una questione di galateo  istituzionale e di continuità amministrativa il governo uscente nelle prossime ore dovrà varare il provvedimento di concerto con il nuovo probabile Governo targato Mario Draghi. Tutto come da programma invece sul fronte della riapertura di impianti di risalita e comprensori sciistici nelle regioni in zona gialla, escluso l’Alto Adige che è in lockdown, a partire dal 15 febbraio. Ieri il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha firmato l’ordinanza per la riapertura delle piste di sci.

Conferenza Regioni: no a spostamenti. Zaia controcorrente

"L'orientamento della Conferenza delle Regioni è di richiedere di prorogare il decreto legge che vieta gli spostamenti da una Regione all'altra, anche per la zona gialla". E' quanto riferisce il presidente Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia-Romagna, a margine della Conferenza delle Regioni. "Nelle prossime ore - informa il presidente della Conferenza delle Regioni - comunicherò tale orientamento al ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che aveva chiesto il nostro parere nel corso dell'ultima Conferenza Stato-Regioni, oltre che al presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi". Bonaccini anticipa che "al nuovo Governo, chiederemo poi un incontro per una discussione a 360 gradi sul nuovo Dpcm, per valutare le possibili graduali riaperture di alcune attività nel rispetto di tutti i protocolli di prevenzione". Unica voce fuori dal coro, il governatore del Veneto Luca Zaia: "La movimentazione c'è, le strade sono piene... In questa fase penso che lo spostamento tra zone gialle non sia un problema. Dopodiché bisogna vedere cosa dicono i tecnici del comitato scientifico, che noi rispettiamo".

FOCUS - Spostamenti tra regioni dal 15 febbraio? Chi decide e le ipotesi in campo

Sileri: ristoranti aperti la sera ma regioni blindate

A giocare un ruolo determinante nella volontà di prorogare il divieto di mobilità tra regioni gialle è il timore di mettere in circolazione le varianti. Per il viceministro alla Salute, Pier Paolo Sileri, intervenuto a Omninus, su La7: "Chi farà prossime regole dovrà, a mio avviso, mantenere chiuse le regioni. E lo dico da aperturista quale sono, tanto che sostengo la riapertura dei ristoranti fino alle 22, con i dovuti controlli, ma lo scambio di persone fra le regioni al momento non deve essere permesso perché potrebbe consentire, purtroppo, lo sfortunato passaggio di una variante da una regione all'altra e non possiamo permetterci di buttare nel secchio i sacrifici fatti". Se entro lunedì, quando scadrà il Dpcm che vieta lo spostamento tra le Regioni, non ci sarà ancora un nuovo governo? "Ci sarà quello precedente ancora in carica - risponde Sileri - che provvederà a prendere una decisione. Roberto Speranza, Sandra Zampa ed io siamo ancora al ministero, stiamo lavorando e lo faremo fino a quando il nuovo governo giurerà. Se il giuramento ci sarà prima del 15 febbraio, ovviamente spetterà al nuovo esecutivo farlo", conclude.

Cambio colori regioni

Intanto domani, venerdì 12 febbraio, è attesto il nuovo monitoraggio della Cabina di Regia che potrebbe portare a un giro di vite con il passaggio dell’Umbria da zona arancione a rossa e della Toscana in zona arancione e il ponente ligure, sulla base di un'ordinanza regionale, a una zona arancione o rossa. Venerdì 12 febbraio è il giorno del nuovo report del ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità che in questi mesi è stato alla base delle ordinanze del ministro Speranza per portare le regioni in zona gialla, arancione e rossa. Venerdì scorso Speranza non ha varato nessuna ordinanza, lasciando così la Sardegna transitare da zona arancione a zona gialla semplicemente lasciando scadere il provvedimento di due settimane prima. Se il monitoraggio della situazione dell'emergenza coronavirus nei territori non porterà alla luce criticità, il nuovo ministro della Salute (a patto che abbia già giurato da Mattarella, altrimenti la decisione verrà presa da Speranza) potrebbe semplicemente non fare nulla. Ma se invece ci saranno regioni che dovranno essere spostate di zona in base ai nuovi parametri, allora dovrà essere varata una nuova ordinanza.

Divieti in scadenza: coprifuoco, ristoranti, cinema e palestre

In ballo non ci sono solo gli spostamenti tra regioni gialle, molto importanti anche alla luce della contemporanea riapertura degli impianti di sci, ma anche una serie di regole e divieti previsti nell'ultimo Dpcm e in scadenza il 5 marzo. Primo tra tutti il coprifuoco, che potrebbe saltare o slittare fino alla mezzanotte (fino al 15 febbraio è vietato uscire di casa dalle 22 alle 5). Il coprifuoco scadrà il 5 marzo e per quella data il nuovo governo dovrà decidere se confermarlo con l'attuale limite delle 22, farlo slittare fino alla mezzanotte o eliminarlo del tutto. Il braccio di ferro più acceso è sul fronte della ristorazione, con mondo della politica e del commercio in pressing sul governo per l'apertura serale di bar e ristoranti, almeno fino alle 22. L'altro nodo riguarda la riapertura di cinema e teatri (possibile la data del 6 marzo), unici luoghi della cultura ancora chiusi dopo il recente via libera a mostre e museiPer quanto riguarda invece il mondo dello sport, sono già state definite da Ministero dello Sport e Cts le regole per riapertura degli impianti: lezioni individuali in palestra e 10 metri quadrati per persona in piscina. Fermo restando che gli impianti resteranno chiusi in zona rossa, l'ipotesi è una "riapertura scaglionata delle diverse ed eterogenee discipline sportive di base". Nelle regioni gialle  "oltre alle attività consentite nelle aree ‘zona rossa e zona arancione’, sono consentiti gli allenamenti per gli sport da contatto e di squadra dilettantistico e di base". Mentre in zona arancione, oltre alle attività individuali all’aperto, sono consentite nelle palestre, piscine e tensostrutture le attività sportive di base individuali, anche acquatiche, e le attività sportive dilettantistiche non di squadra o di contatto; sono inoltre consentiti gli allenamenti per le attività sportive di contatto e per gli sport di squadra esclusivamente se svolti in forma individuale, nel rispetto del distanziamento e del divieto di assembramento. Consentite le attività sportive e di danza indirizzata ai bambini in età scolare, in coerenza con l’apertura delle scuole". Nelle zone rosse sono invece consentite solo le attività individuali all'aperto.