MILANO – La siccità. L’inizio della stagione irrigua posticipata. L’ipotesi di trasformare le cave dismesse in centri di raccolta d’acqua. Era il 2022. Solo due anni fa la Lombardia aveva “sete“. I sindaci emanavano ordinanze per limitare l’uso dell’acqua. E il ricorso alle autobotti non era più utopia. Oggi, invece, lo scenario è diverso. Di acqua nel 2024 ne è caduta tanta. È l’altra faccia del cambiamento climatico, quella opposta alle lunghe stagioni secche. Si va per estremi. Quello dell’eccesso di precipitazioni, spesso concentrate in pochi giorni, si riflette sulla stagione agraria appena conclusa.
Giovedì Coldiretti Lombardia ha diffuso un primo bilancio proprio mentre a Baku, in Azerbaijan, era in corso la COP29, la Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Nei primi nove mesi dell’anno (dati Arpa Lombardia), sulla regione si sono accumulate il 62% in più di precipitazioni rispetto al 2023. Ottobre ha visto piogge superiori alla media trentennale (1991-2020), iscrivendosi tra i mesi più piovosi insieme a febbraio, marzo, maggio e settembre, periodi di semine e raccolte. Le conseguenze di tanta acqua si sono viste sui raccolti.
Coldiretti Lombardia prevede un calo nella produzione che non risparmia quasi nessun settore: dal -25% per pomodoro e raccolti dell’orto al -30% per il riso; dal -20% per il melone al -30% sulle zucche. L’uva da vino vedrà un calo stimato tra il 20% e il 25%. Supera, invece, il 30% la resa inferiore di mais da granella, sorgo, orzo e frumento, mentre per la soia si attendono in media cali intorno al 40%. L’abbondanza di precipitazioni ha penalizzato gli sfalci di fieno in montagna da destinare agli animali da stalla nei mesi invernali. La produzione di miele, in particolare millefiori primaverili e acacia, risulta quasi azzerata o fortemente compromessa, a seconda dei territori. Uno dei pochi a salvarsi è l’olio. La troppa pioggia ha influito negativamente sulle rese, ma - fa sapere Coldiretti - la quantità di olive sulle piante è superiore allo scorso anno. Anche la qualità non risulta penalizzata.
“L’agricoltura – conclude Coldiretti Lombardia – è l’attività economica che più di tutte vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, con una tendenza alla tropicalizzazione che rappresenta una nuova sfida per le imprese. Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale delle risorse. La ricerca agraria, inoltre, ha oggi a disposizione nuove tecnologie di miglioramento genetico raggruppate sotto la denominazione Tea o Ngt (Tecnologie di evoluzione assistita), che nulla hanno a che fare con i vecchi Ogm poiché non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta. Permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici, della difesa della biodiversità e affrontare l’obiettivo della sovranità alimentare”.