Scuola all’esame organico: in Lombardia mancano 18mila docenti

Al via degli scrutini e della macchina della maturità per 78.867 studenti l’effetto mobilità e pensionamenti pesa sull’organizzazione del prossimo anno

Una professoressa impegnata in classe

Una professoressa impegnata in classe

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Milano - Esami di terza media in corso per 97.985 alunni delle scuole lombarde più 687 esterni. Mentre continuano gli scrutini nelle scuole, si avvia la macchina per la Maturità per 76.867 studenti lombardi (di cui 2.543 candidati esterni): il 22 giugno prima prova per 9.335 maturandi in provincia di Bergamo, 9.654 a Brescia, 3.895 a Como, 2.949 a Cremona. Sono 2.515 i candidati in provincia di Lecco, 1.799 a Lodi, 6.842 in provincia di Monza e Brianza. A Milano cercheranno di conquistare il diploma 24.690 studenti, a Mantova 2.436, a Pavia 3.536, a Sondrio 1.423 e a Varese 7.613. Primo scoglio da superare: la ricerca dei presidenti di commissione. In mancanza di candidati sufficienti (si sono fatti già avanti e sono stati arruolati anche prof in pensione) sono stati precettati dirigenti scolastici del primo ciclo. «Che però si trovano già a dover gestire gli esami di terza media e quindi a trovare dei delegati nella loro scuola di provenienza», ricordano da Flc-Cgil Lombardia. In alcuni casi (40 a Milano) ci sarà un presidente per due commissioni, ovvero quattro classi “in fila indiana“. «Così gli esami si allungano sino a fine di luglio», tuonano gli studenti. Ad essere preoccupato è chi deve partire per un college all’estero e rischia di non fare in tempo. E di tempo ne resta poco per organizzare anche la ripartenza della scuola a settembre. Un’impresa.

Il 35 per cento delle cattedre lombarde è coperto da precari. Con questo dato si chiude un anno scolastico e si riapre la partita per settembre. Primo tema da svolgere nei prossimi due mesi: l’organico. Dopo la mobilità e i pensionamenti, si sono liberati in regione altri 483 posti nelle scuole dell’infanzia, 2.277 alle elementari, 2.883 alle medie e 4.191 alle superiori. A questi vanno aggiunti i posti vuoti sul sostegno, destinati a crescere con l’arrivo delle certificazioni in corso d’anno (che continuano ad aumentare): mancano all’appello, dopo le procedure di mobilità, 369 insegnanti di sostegno nelle scuole dell’infanzia, 3.557 alle primarie, 3.259 alle medie e 1.530 alle superiori.

Posti vacanti da coprire anche per il personale tecnico e amministrativo e i bidelli: se ne contano, ad oggi, 5.597 ai quali vanno aggiunti 605 Dsga, i direttore dei servizi generali e amministrativi, per un totale di 6.202 posti. "Altro dramma – ricorda Tobia Sertori, segretario generale Flc Cgil –. Perché a questi 6.202 dovranno esserne aggiunti altri 1.500. C’è un concorso aperto per chi ha 24 mesi di servizio, ma se il ministero continuerà ad autorizzare per la stabilizzazione solo il 50% di questi posti e non il 100% continueremo ad avere anche personale amministrativo precario. Dramma nel dramma: la mancanza di figure apicali e fondamentali come i Dsga. Per 12 anni questo ruolo è stato coperto da personale ’facente funzione’, è tempo di aprire un concorso riservato a loro visto che hanno traghettato e fatto funzionare la scuola finora". Il personale - in stato di agitazione anche per il rinnovo del contratto, scaduto nel 2018 - dovrà fare i conti poi un altro tema: calo demografico. In cinque anni la Lombardia ha perso 10mila alunni. Un calo che si nota già nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie dove però aumenta la richiesta di “tempo scuola“ (tempo pieno da 40 ore o comunque prolungato). Milano è capofila in regione e in Italia (lo richiede il 95% delle famiglie), si stanno facendo acrobazie per garantirlo. Per ora medie e superiori non risentono della decrescita demografica, anche se sarà effetto domino. "In questi anni è aumentata però la complessità della scuola, servono compresenze, servono percorsi di alfabetizzazione per gli alunni stranieri e personale per i bisogni educativi speciali – ricorda Sertori –. La scuola pubblica funziona ancora ma solo grazie a chi lavora quotidianamente, dai dirigenti ai bidelli. Servono investimenti e una revisione dei cicli scolastici. Dal 2026 si sono già stimati, a livello nazionale, 10mila docenti in meno. Il calo demografico non può essere una scusante per continuare a tagliare: si continua a perdere organico strutturato e in grado di intervenire sulle complessità degli alunni e degli studenti".

Intanto, tra concorsi aperti e graduatorie dei supplenti in fase di aggiornamento, si lavora negli uffici scolastici alla ricerca dei presidenti mancanti per gli esami di Stato, in partenza il 22 giugno col ritorno del tema nazionale. (Oltre all’orale, torna pure la seconda prova, di indirizzo, ma sarà preparata dalla commissione). I commissari sono interni e già impegnati nella propria scuola; le domande di auto-candidatura arrivate non sono sufficienti a coprire le esigenze. "Tant’è che l’ufficio scolastico regionale sta assegnando d’ufficio l’incarico anche a dirigenti del primo ciclo – spiegano dalla Flc Cgil Lombardia – ma così si lascia scoperto il posto alle medie, sul quale devono delegare un loro collaboratore". Risultato: un Tetris.