Sanitopoli, il business dello zucchero. Ma Rizzi nega tutto per otto ore

L’interrogatorio del consigliere regionale travolto dallo scandalo di STEFANIA TOTARO

Fabio Rizzi

Fabio Rizzi

Monza, 5 marzo 2016 - Otto ore di interrogatorio con il pm. Ha avuto la stessa durata di quello di Maria Paola Canegrati il colloquio di ieri nel carcere di Monza tra Manuela Massenz e l’ex presidente della Commissione Sanità della Regione Lombardia Fabio Rizzi, arrestato per associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta insieme ad altre 8 persone. Al centro dell’operazione i presunti appalti corrotti negli ospedali. L’interrogatorio è stato chiesto da Rizzi al pm attraverso il suo avvocato, Monica Alberti, che ha presentato tutta la documentazione sulle società riconducibili al suo assistito. Rizzi - che al termine del confronto serrato e particolareggiato con il pm non ha presentato richiesta di scarcerazione - nega le accuse di aver preso tangenti, sostenendo che la sua intenzione era quella di uscire dalla politica e avviare un’attività imprenditoriale legittima all’estero. Per farlo Rizzi stava creando Mario Longo - amico di vecchia data e suo portaborse, anche lui arrestato e ora definito «millantatore di affari e potere» - una serie di contatti commerciali. Tra gli obiettivi la realizzazione di un ospedale pediatrico da parte di Regione Lombardia in Brasile. Ma non solo, come rivela la trascrizione di altre intercettazioni. «Cioè: portiamoci a casa il nostro risultato che è subito ed è immediato... Che è Cina e Brasile! E noi stamm a’posto! Senza altri cazzi! Cioè: tu ti devi dedicare a queste due cose qua! - dice Rizzi infatti in un’intercettazione mentre parla con Longo - Però vai avanti e chiudi in fretta. Chiudi in fretta i rapporti con le aziende in modo tale da far partire i contratti con i cinesi e con i brasiliani. Adesso (...) comincia a blindare le aziende e chiudi il contratto con il cinese. Perché il giorno dopo partono i container del pastificio sardo...». La conversazione viene riassunta dagli inquirenti così: «Rizzi dice che, una volta bloccate le aziende, queste verranno portate sia in Cina che in Brasile e che i container con la merce possono partire il giorno successivo alla stipula del contratto». E ancora: «Longo dice “al sardo”» di godere «della stima di Rizzi dato che ha già delle aziende sia in Cina che in Brasile. Rizzi poi rappresenta a Longo, che, oltre al sardo, “bisogna testare il cinese anche su altri fronti”. Come ad esempio il “business per lo zucchero”». I «brasiliani parlano di 100 tonnellate al mese». Intanto il pm ha disposto la restituzione a Lorena Pagani, compagna di Rizzi, dei soldi trovati nel freezer a casa della coppia (1.900 euro) e di 5000 franchi svizzeri sul tavolo della cucina.