Lombardia, la zarina della sanità in lacrime: "Tangenti per gli appalti, vi dico tutto"

Un lungo interrogatorio nel carcere di San Vittore con il magistrato Manuela Massenz per Maria Paola Canegrati di STEFANIA TOTARO

Maria Paola Canegrati

Maria Paola Canegrati

Milano, 24 febbraio 2016 - Ora piange la Mandrake dell’odontoiatria. «Voglio chiarire tutto» e inizia a parlare per sette ore con il pm di Monza. Un lungo interrogatorio nel carcere di San Vittore con il magistrato Manuela Massenz per Maria Paola Canegrati, l’imprenditrice di 54 anni arrestata insieme con altre otto persone – tra cui il presidente leghista della Commissione Sanità della Regione Lombardia, Fabio Rizzi, e il suo braccio destro Mario Longo – per gli appalti truccati sugli ambulatori negli ospedali.

Il difensore della zarina delle protesi dentarie, l’avvocato Leonardo Salvemini, parla di «collaborazione piena» della donna, che «è molto provata, ha avuto momenti di cedimento di fronte al pm ed ha anche pianto, ma è determinata a fare chiarezza e a fare emergere l’accertamento della verità nell’interesse della giustizia e di tutti». Il legale conferma che questo interrogatorio è soltanto il primo di una lunga serie. Anche se una nuova data non è stata ancora fissata. «Siamo solo all’inizio. Il percorso verso l’accertamento della verità è molto lungo». La difesa ha anche depositato una corposa memoria. Secondo gli inquirenti Maria Paola Canegrati ha fatto «della corruzione il principale, se non esclusivo strumento per garantire l’aggiudicazione delle gare di appalto presso le strutture pubbliche o la gestione di centri odontoiatrici presso strutture convenzionate, usando come grimaldello i politici al suo remunerato servizio». Senza però mai incontrare i pezzi da Novanta. Come Fabio Rizzi, che nel frattempo si è visto negare la richiesta di arresti domiciliari, dove, invece, si trova la compagna Lorena Lidia Pagani, sottoposta ieri dal gip monzese ad interrogatorio di garanzia. «Non sono mai emersi contatti diretti tra la Canegrati e Rizzi – si legge nelle carte dell’inchiesta – e tale dato, tuttavia, non consente di escludere la perfetta consapevolezza, in capo agli stessi, dei reciproci rapporti esistenti». In una conversazione telefonica con Mario Longo sull’avanzamento degli appalti agli Istituti Clinici di Perfezionamento, la Canegrati dice: «Ringrazia Fabio... portagli i miei saluti... digli che magari a settembre mi piacerebbe vederlo... tanto giusto per capire anche lui che faccia c’ha». Longo risponde: «Tu ricordati che quello che tu mi dici io ce l’ho sempre in mente eh...ma con l’avviso di garanzia è difficile... in mano alle persone oneste... quand’è il momento... al bel vedere andiamo». E la Canegrati conclude: «Io sono li ... io faccio...il mio lavoro...da formichina ... giorno dopo giorno...». Intanto anche la Procura della Corte dei Conti ha aperto «un’autonoma attività di indagine, al fine di accertare gli eventuali pregiudizi all’erario, cagionati da numerosi amministratori e funzionari pubblici coinvolti nella vicenda», avviando «verifiche per la valutazione della sussistenza di plurime tipologie di danno erariale, quali il danno da tangente, il danno alla concorrenza e il danno da violazione degli obblighi di servizio».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro