Morti in corsia a Saronno, Laura Taroni era sana di mente

Discussa la perizia psichiatrica sull'ex infermiera accusata di aver somministrato farmaci letali a marito e madre. "Affascinata dal controllo sulla morte"

Laura Taroni

Laura Taroni

Milano, 25 gennaio 2021 - Si torna in aula per il processo sui morti in corsia all'ospedale di Saronno con la perizia psichiatrica su Laura Taroni, l'ex infermiera accusata di aver somministrato un cocktail di farmaci letali a marito e madre. È un'ipotesi che la donna abbia una "fascinazione per un controllo sulla morte", ma malgrado presenti disturbi psichici e in particolare "componenti di una personalità isterica di tipo nevrotico" era "sana di mente" al momento dei fatti. Lo ha spiegato il professore Franco Freilone illustrando, nell'aula della Corte d'assise d'appello di Milano la nuova perizia psichiatrica sulla donna. Omicidi commessi, secondo l'accusa, nell'ambito della sua relazione "criminosa e sentimentale" con l'ex primario del pronto soccorso Leonardo Cazzaniga, condannato all'ergastolo in un altro processo per aver accelerato la morte di 12 pazienti. 

La relazione dello psichiatra, nominato dalla Corte presieduta da Valeria De Risi, era stata depositata nei giorni scorsi, perché i giudici nel processo di secondo grado bis hanno disposto un nuovo accertamento, dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna a 30 anni. "Ho escluso tutte la patologie di tipo psichiatrico", ha spiegato il perito, che ha accertato la piena capacità di intendere e di volere dell'imputata. Nei suoi colloqui l'ex infermiera, come riportato dal professore, ha parlato di una "fascinazione" per la morte. Fascinazione che, secondo il perito, potrebbe essere stato anche un elemento del suo rapporto con Cazzaniga: "Un'attrazione reciproca nel conoscere i farmaci"-  La loro relazione era, ha spiegato ancora, "un pensare a due", come lo ha definito la stessa Taroni in uno dei colloqui.