Allerta alimentare, salame campagnolo ritirato dal mercato: quale e perché

Rilevata possibile presenza del batterio Listeria. Il prodotto del lotto a rischio non va assolutamente consumato

Una confezione del salame ritirato dal mercato

Una confezione del salame ritirato dal mercato

Si torna a parlare del batterio Listeria che rischia di infettare gli alimenti e creare problemi anche seri, nei casi più gravi, alla nostra salute. Da mesi si susseguono gli avvisi sul sito del Ministero della Salute per annunciare il ritiro di generi alimentari dove è stata rilevata la presenza o la possibile presenza del batterio.

L’avviso

L’ultimo, pubblicato nelle scorse ore, riguarda un lotto di salame del marchio Gabba Salumi che ha sede a Gambelo, in provincia di Biella. Il prodotto viene venduto come “Salame campagnolo” in unità da 400 grammi. Il lotto di produzione a rischio è 0312. Nell’avviso come motivo del richiamo dal mercato si legge “rischio per la salute dei consumatori per possibile presenza Listeria Monocytogenes". Si tratta dunque di un’allerta alimentare per rischio microbiologico.

L’avvertenza

Nel comunicato è scritto che “il salume non deve essere consumato ma riconsegnato alla Gabba Salumi”. Non viene invece indicata una data di scadenza del lotto in questione.

Listeria: come difendersi

Imparare a gestire bene gli alimenti e il frigorifero è il modo migliore per difendersi dal rischio di listeriosi, malattia causata dal batterio Listeria monocytogenes.  In genere gli alimenti in cui può trovarsi sono quelli pronti che, prima di essere consumati, non necessitano cottura: gli insaccati, formaggi a pasta molle o poco stagionati, pesce affumicato, paté di carne. In generale, questo batterio è in grado di crescere anche alla temperatura del frigorifero, soprattutto se non gestito accuratamente mentre resiste poco al calore. La corretta cottura degli alimenti, l'osservanza delle indicazioni di consumo riportate in etichetta e l'igiene in cucina servono quindi a prevenire il contagio.

Possibil disturbi

Nei soggetti sani, la malattia si manifesta in genere con una forma febbrile gastroenterica ma in alcuni casi può portare a forme invasive gravi con setticemia, meningite, encefalite. Il rischio è particolarmente elevato nei neonati, negli anziani e nei soggetti immunodepressi. In particolare nelle donne in gravidanza la trasmissione transplacentare al feto può provocare gravi conseguenze.