Reinhold Messner: trovato dopo 52 anni sul Nanga Parbat lo scarpone del fratello Günther

La scoperta solleva definitivamente l'alpinista altoatesino dalle accuse di aver fatto morire il fratello durante la discesa dalla vetta della "montagna maledetta"

Vecchio scarpone, quanto tempo è passato. La canzone è un classico del repertorio alpino e ha un andamento allegro, la storia per cui la prendiamo a prestito, però, ha uno sviluppo cupo e pesante per i suoi protagonisti, a cui il ritrovamento di oggi dà finalmente pace. Postuma e in vita.

Sono trascorsi quasi 52 anni per porre fine ad ogni dubbio e per sollevare Reinhold Messner dalle pesanti accuse di aver "abbandonato" o, ancor peggio, "fatto morire" il fratello Guenther durante la discesa dalla vetta del Nanga Parbat, la "montagna assassina" nel cuore dell'Himalaya. Ora è giunta la notizia della scoperta del secondo scarpone dell'alpinista deceduto, rimasto sepolto fino a oggi sotto neve e ghiaccio. E la ricomparsa della calzatura da montagna smarrita "assolve" il mito dell'alpinismo mondiale da ogni addebito.

La storia

Il 29 giugno del 1970 i due fratelli altoatesini originari della Val di Funes, dopo aver raggiunto la vetta percorrendo una nuova via lungo il versante Rupal, stavano scendendo dal versante Diamir. Improvvisamente, a gettare sconforto e tanta tristezza sulla prima ascesa di un "Ottomila" di Reinhold, fu il distacco della valanga che travolse ed uccise Guenther, 24 anni, due anni più giovane. Uno dei principali accusatori di  Messner fu Karl Maria Herrligkoffer, medico bavarese, scomparso nel 1991 e che passò alla storia per aver guidato con rigore e severità diverse spedizioni alpinistiche. Secondo Herrligkoffer, "Reinhold Messner abbandonò Guenther, allo stremo delle forze ed in precarie condizioni di salute, per una propria ambizione".

Il ritrovamento

Ad annunciare il ritrovamento dello scarpone è stato Reinhold oggi, con un post su Instagram: "La scorsa settimana, il secondo scarpone di mio fratello Guenther è stato trovato ai piedi del ghiacciaio del Diamir dalla popolazione locale. Dopo cinquantadue anni. La tragedia del Nanga Parbat rimane per sempre così come Guenther".

Nel 2010 il produttore bavarese Joseph Vilsmaier girò il film 'Nanga Parbat' sulla tragedia di Guenther. "Il ghiacciaio ha consegnato il secondo scarpone che mancava, ora non ci sono dubbi, è un'altra prova di quello che purtroppo è realtà per tutti quelli che hanno sognato di infamarmi affermando che io avessi non ucciso, ma quasi, mio fratello". Così ha detto all'Agi Reinhold Messner, primo alpinista ad aver raggiunto la sommità di tutte e quattordici le montagne sopra gli 8.000 metri presenti sulla terra.

La famiglia

La prima vetta fu proprio quella del 1970 sul Nanga Parbat, l'ultima il 16 ottobre del 1986 quando l'alpinista altoatesino raggiunse gli 8.516 metri del Lhotse. "Ora lo scarpone ritrovato fuga ogni dubbio - ha aggiunto Messner, primo alpinista della terra ad aver raggiunto tutte le 14 montagne sopra gli 8.000 metri - Nel 2006 siamo andati con tutta la famiglia, purtroppo mamma e papà non ci sono più, ma sorella e fratello si sono tranquillizzati. Per 50 anni mi hanno messo sulla graticola, ora non mi arrabbio più. Lo scarpone verrà riportato a Rawalpindi e successivamente portato in Sudtirolo. Con la famiglia decideremo, poi, cosa fare dello scarpone".