Primario arrestato/2 Così Mosca nega le accuse

Attende l'interrogatorio di garanzia ai domiciliari stretti ma per gli avvocati ritiene di poterle smontare

Un interno del Pronto soccorso di Montichiari

Un interno del Pronto soccorso di Montichiari

Montichiari (Brescia) 26 gennaio 2020 - Da ieri è ai domiciliari stretti nella sua abitazione a Mantova con l'accusa di duplice omicidio aggravato e falso in atto pubblico, perché secondo la Procura di Brescia lo scorso marzo avrebbe somministrato farmaci letali ad alcuni pazienti ricoverati nella unità di prima emergenza dell'ospedale di Montichiari e poi avrebbe omesso di registrare il trattamento in cartella clinica.  Il dottor Carlo Mosca, 47 anni, primario del prontosoccorso, però respinge ogni accusa.

"Siamo in attesa della fissazione dell'interrogatorio di garanzia - spiega l'avvocato Michele Bontempi, che assiste il dirigente medico con la collega Elena Frigo -. In quella sede il nostro assistito potrà dimostrare la propria completa estraneità ai fatti: ha gli strumenti tecnici e la competenza professionale per farlo. Non ha mai somministrato quei medicinali, ritiene le contestazioni completamente infondate e ne è molto stupito".

Sotto la lente dei pm Federica Ceschi e Corinna Carrara erano finiti quattro decessi sospetti di altrettanti pazienti gravi ma a detta della accusa non in condizioni terminali. Solo per due - una delle salme era stata cremata e non è stato possibile eseguire l'accertamento autoptico e tossicologico - il gip Angela Corvi ha ritenuto provato il nesso di causalità tra il trattamento eseguito da Mosca e la morte repentina.