Positivo al Covid fugge da Sankt Moritz a Como: su treni e taxi incubo variante inglese

Cameriere in quarantena via dall’albergo dove è isolato. Rintracciato a casa e denunciato per epidemia colposa

Il percorso

Il percorso

Como, 28 gennaio 2021 - Dopo essere andato a lavorare a Sankt Moritz e aver rimediato il Covid, per di più nella variante inglese, un cameriere residente in provincia di Como si è meritato anche una denuncia per essere fuggito dalla perla dell’Engadina, attraversando il confine e percorrendo quasi duecento chilometri sui mezzi pubblici, senza avvisare nessuno della sua positività. Peggio di così non poteva iniziare il 2021 per il trentenne, suo malgrado finito tra i 31 positivi alla mutazione N501Y del virus che accomuna la variante inglese a quella sudafricana, manifestatasi all’inizio della scorsa settimana a Sankt Moritz in due hotel a 5 stelle, il Badrutts’s Palace e il Kempinski, entrambi in quarantena. L’alta contagiosità della variante ha spinto nei giorni scorsi l’Ufficio cantonale d’igiene a imporre per le strutture uno stretto isolamento fino a ieri, ma il cameriere comasco aveva troppa fretta di rientrare a casa e lasciarsi alle spalle questa brutta esperienza. Così martedì, incurante del fatto che fosse ancora positivo, senza dire niente a nessuno ha fatto i bagagli e si è allontanato dall’albergo dove aveva preso servizio poche settimane prima.

A piedi si è avviato alla stazione e lì ha preso il treno rosso del Bernina per Tirano, superato il confine, ha cambiato prendendo un altro convoglio che l’ha portato a Lecco e da qui si è messo di nuovo in viaggio alla volta di Como. Il tratto finale l’ha compiuto in taxi, naturalmente senza mai avvertire nessuno, né l’autista né le persone con cui a condiviso il viaggio in treno, della sua positività. Era da poco rientrato a casa quando alla sua porta si sono presentati i carabinieri del Comando provinciale di Como, su segnalazione della Polizia cantonale svizzera in allarme dopo la fuga dell’uomo. Più sorpreso che pentito il cameriere ha ricostruito di fronte ai militari le tappe del suo scellerato viaggio, con buona pace dei tecnici di Ats Insubria che si sono immediatamente attivati per cercare di individuare le persone che hanno avuto contatti prolungati con lui, per primo il taxista che lo ha accompagnato a casa. Sfuggito alla quarantena in Svizzera, adesso dovrà sottoporsi a quella in Italia, oltre a essersi meritato una denuncia per epidemia colposa che potrà costargli l’arresto da 3 a 18 mesi e un’ammenda 500 a 5.000 euro.