Valanghe: pericolo forte in Lombardia. Cosa fare per evitarle. E se vengo travolto?

Attenzione ai bollettini, equipaggiamento, autosoccorso: guida al comportamento da tenere in alta quota

Milano, 26 febbraio 2024 – Neve che continua a cadere su Alpi e Prealpi, temperature in aumento. Le condizioni “ideali”, purtroppo, per la formazione di valanghe. In tutta la Lombardia, fatte salve le Prealpi varesine e l’Appennino pavese, il rischio è classificato al livello 4, pericolo forte.

Soccorsi dopo una valanga; a destra, un dispositivo Artva
Soccorsi dopo una valanga; a destra, un dispositivo Artva

Come evitarle

Se c’è sempre una quota di rischio legata al caso, è chiaro che chiunque va in montagna, deve imparare a riconoscere le condizioni meteo in cui è più probabile che si formino distacchi di neve. 

In primis, quindi, bisogna imparare a interpretare i bollettini nivometeorologici e i bollettini valanghe diffusi dai soggetti autorizzati. È consigliato anche informarsi, chiedendo lumi a guide alpine, esperti del Cai e volontari del Soccorso alpino.

Più empiricamente è necessario tenere conto del tempo dei giorni precedenti, della quantità di neve caduta nel corso dell’ultima precipitazione, della presenza di vento in quota e di eventuali cornici, ovvero formazioni nevose a forma di “terrazzo” disegnate dal vento in prossimità delle creste.

Chiunque esca per un’escursione in alta montagna, poi, deve evitare di avventurarsi in quota da solo e deve lasciare informazioni sull’itinerario che seguirà e sull’ora prevista del rientro.

Come equipaggiarsi

Tre gli strumenti fondamentali che ogni partecipante alle gite fuori pista deve portare con sé: si tratta della sonda da valanga, della pala da neve e dell’apparecchio ARTVA (Apparecchio di ricerca dei travolti in valanga), che va impostato sulla modalità “trasmissione”, da commutare in “ricezione” qualora si debba affrontare una valanga.

Ovviamente bisogna saper utilizzare alla perfezione questi tre dispositivi. Altre apparecchiature in uso sono il Recco, una sorta di sonar per individuare le persone sepolte dalla valanga (che però non può essere utilizzato come strumento di autosoccorso, a differenza dell’ARTVA) e lo zaino airbag.

Cosa fare se si viene travolti da una valanga

Il fattore tempo, quando si finisce sotto una valanga, è determinante. Se si viene soccorsi entro i primi 18 minuti, la possibilità di uscirne vivi tocca il 90%. Una soglia che cala progressivamente, con il passare del tempo, al 25% quando siano passati 45 minuti dall’evento. Fate sempre attenzione, quindi, al corretto funzionamento del vostro ARTVA, condizione preliminare a qualsiasi escursione in alta quota.

E se si viene travolti? Gli esperti consigliano di fare movimenti con le braccia come se si nuotasse per provare a “galleggiare” (attività aiutata dagli zaini airbag), di cercare di tenere libero il viso per provare a creare una bolla d’aria che consenta di respirare e di coprirsi la bocca per evitare di inghiottire la neve.