
Sara Venneri e Angelo Spelta con la figlia nata alle 4 del mattino
Trezzano sul Naviglio, 27 febbraio 2016 - Un parto in casa, una sorta di rituale con tanto di candele e luce soffusa, per far venire al mondo una nuova vita nel modo più naturale possibile. Così mamma Sara e papà Angelo hanno messo al mondo – nel salotto della loro casa trezzanese – la loro terza figlia. È nata ieri mattina all’alba, pochi minuti prima delle 5. La riserva sul nome non è stata ancora sciolta ma, con molta probabilità, si chiamerà Lili Patrizia. Una scelta, quella dei genitori, fatta per accogliere la bambina nel modo più naturale possibile, ma anche per evitare alla mamma qualsiasi pressione esterna. «La nostra non è stata una scelta hippy – spiega mamma Sara –. Abbiamo semplicemente voluto seguire le direttive del Nice, ovvero l’ente che si occupa dei protocolli di sicurezza durante il parto, e che ha accertato che la nascita in casa, per chi non è al primo figlio, è in definitiva il metodo più sicuro». Niente luci che abbagliano, aghi che bucano o turni che finiscono: la bimba è venuta al mondo come natura ha voluto, seguendo i suoi tempi. A fare da cornice niente camici bianchi, niente flebo o altre strumentazioni di monitoraggio ma semplici candele e l’affetto delle persone più care.
«Mi hanno aiutato a partorire delle ostetriche – spiega Sara – e ho scelto di non staccare la placenta dalla bambina per non rendere traumatico il distacco dal grembo materno. Infatti oggi le ostetriche torneranno per rimuoverla tagliando il cordone ombelicale». Un passaggio, questo, che ha permesso alla pelle della piccola di restare ossigenata e ha reso indolore la sua venuta al mondo, calmandone il pianto. Quello di Sara è il terzo parto: i primi due sono avvenuti regolarmente in ospedale. All’istituto Buzzi sono nati Giacomo, che oggi ha sei anni, e Anita di 4. La scelta è stata quella di rendere questo momento ancor più bello, di poter apprezzare il primo vagito non in una sala parto, ma tra le mura domestiche, con il papà e le persone care. Un modo non invasivo che rispetta i tempi di tutti, da quello della mamma, che nel frattempo viene coccolata rendendo il travaglio meno faticoso possibile, e quello della bambina.
Nessun condizionamento esterno, induzioni o spinte hanno condizionato la nascita della piccola, in ottima salute. A monte, una ricerca e uno studio di accompagnamento al parto che ha spinto la coppia a prendere la decisione di attendere la loro terzogenita nel loro salotto. Se una volta questa era la normalità, negli ultimi tempi è diventata un’eccezione. Infatti, gli ospedali e i sistemi di monitoraggio e sicurezza che questi offrono sono diventati la costante per la nascita dei bambini. Secondo le statistiche, negli ultimi anni, l’associazione delle ostetriche ha registrato un inversione di trend. In tutta Italia sono circa 3.500 i bambini che, non per caso fortuito ma per una scelta ragionata, sono stati partoriti tra le mura domestiche. Tra le cause di questo «ritorno alle origini» pare ci siano i condizionamenti, le induzioni, le lacerazioni ma anche i monitor e la quasi mancanza di privacy che caratterizzano gli ospedali. Spesso, infatti, agenti indipendenti dai tempi dei bambini hanno condizionato le nascite dei neonati. Ovviamente, per permettere un parto naturale in casa propria, è necessario che ci siano tutte le condizioni di sicurezza per il genitore e il nascituro. francesca.santolini@ilgiorno.net