Papa Benedetto XVI, le visite in Lombardia: Milano, Bresso, Vigevano, Pavia e Brescia

Dal 2007 al 2012 i viaggi di Ratzinger tra incontri privati, preghiere e folle di fedeli ad acclamarlo

La folla per Benedetto XVI a Bresso

La folla per Benedetto XVI a Bresso

Milano, 31 dicembre 2022 - Una "ola" allo stadio. Una folla immensa a seguirlo. Benedetto XVI è nell'arcidiocesi ambrosiana, all'inizio di giugno del 2012, per il Settimo Incontro mondiale delle Famiglie. Il saluto alla cittadinanza in piazza del Duomo, alla Scala la Nona sinfonia di Beethoven, l'incontro con il clero in Duomo e con i giovani allo stadio Meazza, gremito da 80 mila presenze. La veglia delle famiglie al Parco Nord di Bresso. Memorabili, per chi li ha vissuti, i momenti all'aeroporto di Bresso, che si tramutano in un golfo dove s'incontrano e si fondono etnie, esperienze, vissuti umani, serenità, inquietudini.

Parco Nord Milano 1-3 giugno 2012

Sono in mezzo milione per il papa, ad applaudirlo, ad acclamarlo. E la timidezza, l'istintiva ritrosia di papa Ratzinger si tramutano in un sorriso sempre più aperto, in familiarità. Bambini e genitori a dialogare con lui. Cattin, bambina vietnamita di sette anni, esordisce con uno squillante "Ciao Papa", presenta i genitori e il fratellino Bin e chiede, senza imbarazzi, all'uomo in veste candida: "Mi piacerebbe sapere qualcosa della tua famiglia e di quando eri piccolo come me". Non sono soltanto sorrisi. Dal palco scende il monito papale sulla responsabilità della politica ("I partiti non promettano cose che non possono realizzare"). L'auspicio di un gemellaggio della solidarietà tra famiglie, tra città, una "rete" di aiuto verso le comunità meno fortunate. Un messaggio per i divorziati: "La Chiesa ama i divorziati, non sono fuori anche se non possono avere l'Eucaristia e la confessione". E' il terzo viaggio di Benedetto XVI in terra lombarda.

Vigevano e Pavia, 21 e 22 aprile 2007.

A Vigevano il saluto ai fedeli affacciato dal balcone dell'arcivescovado, in piazza Sant'Ambrogio. La messa in piazza Ducale con tutti i vescovi della Lombardia. "Gettate le reti ... e troverete". Esalta la vocazione pastorale e l'altra missione, quella laica. "E che dire dalla famiglia? E' l'elemento portante della vita sociale, per cui solo lavorando si può rinnovare il tessuto della comunità e della stessa società civile". Parte un lungo applauso. "Vedo che siamo d'accordo", si compiace il Papa al microfono.

A Pavia il  grande teologo va sulle orme di Sant'Agostino. Due timidezze. Quella dell'uomo chiamato a guidare la Chiesa e la timidezza di una città si sciolgono tappa dopo tappa, attimo dopo attimo. Al Policlinico, luogo di sofferenza e insieme di speranza. "In particolare - dice il pontefice in un silenzio assoluto e commosso - per chi ha il dono della fede, la sopportazione della sofferenza diventa un modo per sentirsi più vicini a Dio e, suscitando sentimenti di spontanea solidarietà, stimola il credente alla pratica cristiana".

Nella notte è stato effettuato un trapianto di cuore. Il Papa lo sa. Con il cardiochirurgo Mario Viganò si informa sulle condizioni del paziente. Sono in ventimila per la messa agli Orti Borromaici. E' l'abbraccio al Papa. Ratzinger pare alludere a se stesso quando parla di Sant'Agostino che avrebbe agognato votarsi al "colloquio con Dio e alla riflessione e contemplazione della bellezza e della verità della sua parola", ma per volontà della gente venne chiamato e consacrato alla predicazione e al servizio della comunità. Nel Cortile Teresiano dell'Università. In San Pietro in Ciel d'Oro, il momento finale per venerare l'Arca con le reliquie del vescovo di Ippona.

Botticino, Brescia, Concesio, 8 novembre 2009

Paolo VI e Benedetto XVI. Il bresciano, espressione del rigoroso cattolicesimo lombardo, e il pontefice tedesco, accomunati dal rigore di pensiero e dalla personale riservatezza.Papa Ratzinger è a Brescia l'8 novembre del 2009, una domenica piovosa e gioiosa. Il primo appuntamento del breve viaggio è a Botticino, il paese dei cavatori e di Sant'Arcangelo Tadini, fondatore della Congregazione delle Suore operaie. Brescia città ferita, colpita dal terrorismo. La sosta in piazza della Loggia non è prevista nel programma ufficiale. E stato il Papa a volerla. Una breve, intensa preghiera alla stele che ricorda le vittime dell'attentato del 28 maggio 1974, riprendendo così lo stesso gesto fatto dal suo predecessore Giovanni Paolo II nelle sue due visite a Brescia. E' commosso al momento di impartire la benedizione. In Duomo saluta gli ammalati sul sagrato. Nell'omelia richiama una Chiesa "povera e libera". "Coscienza, rinnovamento, dialogo: queste le tre parole scelte da Paolo VI per esprimere i suoi 'pensieri dominanti', come lui li definisce, all'inizio del ministero petrino, e tutt'e tre riguardano la Chiesa". "Come non volere - dice e quasi scandisce - che la questione della Chiesa, della sua necessità nel disegno di salvezza e del suo rapporto con il mondo, rimane ancora oggi assolutamente centrale?". Nel pomeriggio è a Concesio, nella casa natale di Papa Montini e inaugura la nuova sede dell'Istituto Paolo VI. Si parla di giovani. Paolo VI dedicò molti interventi alle nuove generazioni. Questo, sottolinea Papa Benedetto, "in momenti burrascosi e travagliati, come il '68. Con coraggio, indicò la strada dell'incontro con Cristo come esperienza educativa liberante e unica vera risposta ai desideri e alle aspirazioni dei giovani, divenuti vittime delle ideologie".