Pandemia e lockdown, aumentato del 250% il consumo di alcol a casa

L'allarme arriva dall'Iss: consumo incontrollato, servizi sanitari in seria difficoltà. Abuso tra i giovanissimi

Boom di alcolici a casa

Boom di alcolici a casa

L'allarme arriva direttamente dall'Istituto Superiore di Sanità: la pandemia e il lockdown hanno fatto impennare fino al 250% il consumo casalingo di bevande alcoliche. "L'isolamento -  spiega l'Iss -  ha portato a un incremento di consumo incontrollato, anche favorito da aperitivi digitali sulle chat e sui social network, spesso in compensazione della tensione conseguente all'isolamento, alle problematiche economiche, lavorative, relazionali e dei timori diffusi nella popolazione resa sicuramente più fragile dalla pandemia». D'altro canto, i servizi di alcologia e i dipartimenti per le dipendenze e di salute mentale, a causa delle chiusure obbligate, precisa l'Iss, «hanno registrato una crescita di difficile gestione prima, durante e dopo i lockdown per la scarsità delle risorse a disposizione, per la quantità di richieste inevase a causa delle restrizioni anti-Covid-19 e per l'impreparazione relativa a soluzioni digitali, solo tardivamente introdotte.

"L'approvvigionamento delle bevande alcoliche non ha conosciuto pause nel periodo del lockdown". Anzi, "il mercato ha rafforzato nuovi canali alternativi e anche meno controllati relativamente al divieto di vendita a minori", cambiando anche "le abitudini degli italiani". Tanto che gli acquisti su canali online di e-commerce, "si stima abbiano conosciuto un'impennata nel 2020 tra il 181 e il 250% nell'home delivery, con un aumento dei consumi domestici registrati». È quanto emerge dai nuovi dati relativi al consumo di alcol durante la pandemia Covid, diffusi all'Istituto Superiore di Sanità.

Binge drinking

A preoccupare sono soprattutto i giovanissimi che consolidano abitudini a rischio come il "binge drinking", il bere per ubriacarsi, l`abbuffata di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione, modalità seguita da oltre 3,8 milioni di consumatori (2,8 milioni maschi; 1 milione femmine) di cui 830.000 11-25enni (21,8 % del totale dei binge drinkers in Italia) che giungono all`intossicazione, rappresentando un grave problema sia di salute che di enorme pressione sul sistema di pronto intervento per le procedure di disintossicazione e di ricovero. 

I numeri

Nel 2019 i binge drinkers rappresentano il 10,8% tra gli uomini e il 3,5% delle donne di sopra gli 11 anni; lo studio dei modelli di consumo tra i giovani ha mostrato che nel 2019 i livelli più elevati in assoluto nella popolazione hanno riguardato in particolare il 16% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 20,6% maschi e l`11% femmine. Sono più di 36 milioni i consumatori di alcolici nel 2019 (20 milioni maschi e 16 milioni femmine): il 77,8% degli italiani di 11 anni e più e il 56,5%, delle italiane, per le quali si conferma il trend in crescita dal 2014. La prevalenza degli astemi nel 2019 è stata del 18,3% tra gli uomini e del 38,1% tra le donne, e per queste il trend continua a diminuire, facendo registrare un ulteriore decremento del 3,4% rispetto all`anno precedente.

Le ragazze bevono di più

Sono le ragazze a consumare più  alcol rispetto ai coetanei. "A preoccupare in particolar modo è l'aumento registrato nel 2020 delle giovani consumatrici a rischio, le 14-17enni, che superano per numerosità, per la prima volta, i loro coetanei consumatori a rischio (30,5% contro 28,4%), in un quadro complessivo d'incremento del rischio al femminile diffuso a tutte le classi di età sino ai 60 anni e di incrementi registrati tra i maschi, più evidenti tra i 35-e i 60 anni". L'Iss sottolinea che "la persistenza di uno zoccolo duro, rappresentato da un numero così elevato di consumatori e consumatrici a rischio, appare, peraltro, ulteriormente aggravato dal riscontro recentissimo di un incremento al 23,6% per i maschi e al 9,7% per le femmine nel corso del 2020, che consumano a rischio".