
Mario Cerciello Rega
Roma - E' morto, stroncato da un male incurabile, Sergio Brugiatelli, il 49enne testimone chiave per conto della procura di Roma della culminata nel luglio del 2019 con l'omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega. Il decesso di Brugiatelli, avvenuto in una clinica della capitale, risale al 26 settembre scorso. La precisazione viene dal suo difensore, l'avvocato Andrea Volpini, parte civile nel processo Cerciello: "Brugiatelli aveva scoperto di avere un tumore sin dalla scorsa primavera, ma ormai il suo stato di salute era praticamente compromesso. Il 28 settembre scorso sono stati celebrati pubblicamente i funerali nel quartiere Marconi, dove abitava".
Per il legale "non c'e' davvero nessun mistero attorno alla sua morte, contrariamente a quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa. Questa mattina sua sorella mi ha chiamato in lacrime, molto scossa, perche' il dolore e' ancora vivo e non riusciva a comprendere come mai la stampa abbia riportato la notizia della morte di Sergio in questi termini. Tra l'altro - ha spiegato ancora il penalista - non e' affatto vero che Brugiatelli sia stato testimone oculare dell'omicidio. Vero e' che da lui e' cominciata tutta la vicenda, quando i due americani Hjort ed Elder (condannati all'ergastolo in primo grado, ndr) scapparono via con il suo zainetto e lui fece subito denuncia raccontando tutto a Cerciello e al collega Andrea Varriale".
Ma non è tutto. "Era un testimone dell'accusa, perche' forni' elementi utili a individuare i due americani, ma dell'agguato avvenuto nel quartiere Prati non hai mai visto nulla". "E' morto - sottolinea l'avvocato - circondato dall'affetto dei suoi cari, che non lo hanno mai abbandonato, fino agli ultimi istanti". E "al funerale, il 28 settembre scorso, nella parrocchia del quartiere, in cui risiedeva, hanno partecipato amici e parenti". "La famiglia chiede rispetto per il proprio dolore. Rispetto che purtroppo è venuto meno in alcune delle ricostruzioni diffuse in data odierna". Della vicenda si era occupata solo pochi giorni fa la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, in un messaggio letto proprio durante la cerimonia a Somma Vesuviana (Napoli) in ricordo del vice brigadiere assassinato a Roma nel luglio del 2019.
“La morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega - aveva detto - è l’estrema testimonianza del coraggio e della passione che caratterizza le donne e gli uomini delle forze di polizia sempre disposti a mettere a rischio la loro incolumità, con altruismo e coraggio, per garantire la sicurezza dei cittadini. Il mio primo pensiero non può che essere rivolto ai suoi familiari e, in particolare, alla giovane moglie, la signora Rosa Maria Esilio, alla quale ho avuto l’onore di consegnare la Medaglia d’oro al valor civile alla memoria in occasione dell’ultima festa dell’Arma dei Carabinieri tenutasi lo scorso 5 giugno“.
“A lei, cui va la mia più sentita vicinanza per la grave perdita - aveva poi detto Luciana Lamorgese - voglio assicurare che è un preciso impegno di tutti noi mantenere viva la memoria del marito. E’ importantissimo che l’odierna cerimonia veda la partecipazione dei giovani e degli studenti, perché, proprio a loro che costituiscono il nostro futuro, dobbiamo avere la capacità di tramandare i valori che hanno guidato nella sua vita il vice brigadiere Mario Cerciello Rega” ha concluso.
La morte del testimone chiave non configura un giallo. La dinamica del delitto e il suo epilogo giudiziario sono infatti piuttosto definiti. Nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019, Cerciello e un suo collega risposero ad una chiamata denunciante un furto. I due, una volta giunti sul posto, fermarono due persone corrispondenti alla descrizione fornita dalla vittima: ne scaturì una violenta colluttazione, nella quale Cerciello venne accoltellato a morte. Poche ore dopo vennero arrestati due turisti statunitensi, Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, accusati dell’omicidio del carabiniere. A maggio 2021, dopo il processo in primo grado, i due imputati vennero condannati entrambi all’ergastolo