Covid, naso in provetta svela le prime fasi del virus: ecco cosa succede

Lo studio ha anche evidenziato le differenze tra Sars Cov2 e virus sinciziale, consentendo di testare nuovi farmaci per la cura dei più piccoli

Covid in Liguria

Covid in Liguria

Alle origini del virus per svelare le prime fasi dell'infezione. Grazie a un naso umano in miniatura, riprodotto in provetta coltivando le cellule della mucosa prelevate in maniera mininvasiva con un semplice tampone nasale, ricercatori statunintensi hanno studiato le prime fasi dell'infezione da SarsCoV2.  Il modello, utile per comprendere i meccanismi d'azione dei virus e per testare nuovi farmaci, ha dimostrato che SarsCoV2 riesce a danneggiare l'epitelio delle narici senza che si scateni la prima linea di difesa antivirale (cioè la produzione di interferone) e inducendo solo una minima secrezione di muco. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista mBio dai ricercatori del Baylor College of Medicine di Houston. "Il nostro organoide tridimensionale replica in laboratorio quello che accade in natura, utilizzando l'epitelio del naso prelevato con un tampone nasale", spiega la prima autrice dello studio, Anubama Rajan.

"Abbiamo coltivato l'epitelio su piastre che offrono un'interfaccia aria-liquido, in modo che la parte superiore dell'epitelio sia esposta all'aria e la parte sottostante sia a bagno in un liquido con nutrienti e altri fattori". Questa situazione replica ciò che accade normalmente nelle narici, dove le cellule della mucosa sono esposte da un lato all'aria che inspiriamo e dall'altro al circolo sanguigno. ll modello è stato usato per studiare le prime mosse del virus SarsCoV2 e confrontarle con quelle del virus respiratorio sinciziale (Vrs) che colpisce i bambini.

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"Abbiamo osservato risposte differenti alle due infezioni virali", precisa la ricercatrice Vasanthi Avadhanula. "SarsCoV2 induce un grave danneggiamento dell'epitelio, nessuna risposta mediata dall'interferone e solo una minima secrezione di muco. Vrs, invece, induce la produzione di abbondante muco e una forte risposta mediata dall'interferone". L'organoide del naso è stato poi impiegato per testare palivizumab, un anticorpo monoclonale approvato negli Stati Uniti per la prevenzione delle complicanze da Vrs nei bambini a rischio. I risultati dimostrano che l'efficacia cresce con la  concentrazione del farmaco.