
Uomini del Soccorso alpino (foto di repertorio)
Il decalogo della sicurezza in montagna, quello che mette al riparo da ogni imprevisto, non esiste. Sono troppe le variabili quando ci si muove all’interno di un qualunque ambiente naturale, ma certamente si possono osservare condotte che evitano di esporsi a buona parte dei rischi più comuni.
Lo spiega Elio Guastalli, responsabile del progetto “Sicuri in montagna” del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
"Gli incidenti ci sono da sempre anche sui sentieri più semplici, e spesso sono causati da una preparazione non idonea che parte dalla scelta del percorso da affrontare, fino alla mancata consultazione o valutazione delle condizioni meteo, che in montagna possono variare rapidamente. Anche l’attrezzatura e l’abbigliamento svolgono un ruolo importante, soprattutto le calzature, per prevenire cadute e scivolate: abbiamo visto persone affrontare i ghiacci con scarpe da ginnastica, o cercatori di funghi con stivali in gomma".
Gli scarponcini sono fondamentali, per garantire tenuta e protezione del piede, anche su sentieri non difficili. La scelta del percorso è un altro tema importante però...
"A volte sono al di sopra delle capacità dell’escursionista, subentrano stanchezza e sfinimento che vengono sottovalutati, o ignorati per cercare di raggiungere la meta. Ma alle prime avvisaglie bisogna tornare sui propri passi, per non aggravare le criticità: questa è una regola importantissima".
Più in generale, ci si deve affidare sempre a chi ha esperienza, chiedere e ascoltare?
"La condivisione è fondamentale per prevedere e conoscere le criticità dell’ambiente in cui si si muove, e le pericolosità della montagna. L’esperienza non garantisce la salvaguardia totale da qualunque imprevisto, ma certamente consente di tutelare maggiormente se stessi e gli altri. Non si deve demonizzare la montagna o chi va incontro a incidenti, ma essere prudenti è un dovere".
I punti di riferimento a cui rivolgersi non mancano, dal Cai fino ai tanti enti che mettono a disposizione guide, istruttori e figure professionali, che spesso organizzano anche iniziative per aumentare la prevenzione. Inoltre, in questi ultimi anni, sta aumentando un altro fenomeno: gli incidenti di bikers. Non è vero?
"La grossa diffusione dell’utilizzo delle due ruote in montagna ha fatto aumentare notevolmente gli incidenti, per questo stiamo cercando di coinvolgerli nelle campagne di prevenzione. In particolare le bici elettriche agevolano la salita, ma sono molto pericolose in discesa: cadere mentre si sale causa un punto di impatto immediato, ma se la caduta avviene in discesa, il punto di impatto si proietta in avanti, e le conseguenze diventano molto peggiori. La montagna è un ambiente meraviglioso, che deve essere vissuto con passione e prudenza: non bisogna mai criticare chi subisce un incidente, ma se qualcosa va storto, bisogna riflettere e migliorare".