MARIAROSA MAIOLI
Cronaca

Milano, protesta degli universitari davanti al palazzo della Regione: “No ai tagli”

Oggi il Consiglio discute la legge di bilancio che prevede 12 milioni in meno di finanziamenti allo studio. Dopo la lettera dei rappresentanti delle liste, i giovani hanno espresso la loro rabbia con striscioni e megafoni sotto le finestre del Pirellone

La protesta degli studenti sotto il palazzo della Regione Lombardia

La protesta degli studenti sotto il palazzo della Regione Lombardia

Milano, 19 dicembre 2023 – Mentre all’interno della sede della Regione, il Consiglio regionale discute la legge di bilancio incriminata, fuori gli studenti protestano, alzano la voce, esprimono la loro disapprovazione se la legge dovesse essere approvata.

Una voce della legge di bilancio propone infatti il taglio di 12 milioni all’università, in particolare 9 milioni alle borse del diritto allo studio, a cui gli studenti si sono opposti fin da subito. L’8 novembre 2023, quando era trapelata la bozza del testo, gli universitari avevano affidato a una lettera la loro preoccupazione e la rabbia della scelta di tagliare del 20% i fondi rispetto al 2022. Oggi, martedì 19 dicembre, le liste delle università della Lombardia si sono organizzate per manifestare il loro dissenso e con striscioni e megafoni hanno manifestato la loro rabbia. Durante la discussione in aula sono stati recuperati altri 4,2 milioni di euro.

Tagli all’università. Un’eccellenza lombarda” è una delle frasi più visibili sugli striscioni che gli studenti hanno portato davanti al Pirellone; “Vogliamo una Fontana di soldi” ha scritto un giovane su un cartello che tiene ben alto.

La protesta degli studenti universitari sotto il palazzo della Regione Lombardia
La protesta degli studenti universitari sotto il palazzo della Regione Lombardia

Sono slogan di un’ironia amara, che non celano un’evidente derisione nei confronti delle istituzioni, colpevoli di non aver a cuore il futuro delle nuove generazioni: “Dai regione a Natale puoi” e ancora “Ciao nonna scusa se non torno ma costa troppo” a riferimento degli eccessivi costi dei mezzi di trasporto durante le vacanze. Quest’ultimo è un problema che da anni si ripercuote su studenti e lavoratori fuorisede, che cercano in ogni modo di ricongiungersi alle proprie famiglie in occasione delle feste, ma sono ostacolati dai prezzi folli che presentano treni e aerei. Un problema ricorrente da anni, che costringe tanti giovani a convalidare biglietti dai prezzi gonfiati solo per poter tornare a casa qualche giorno. È questo ciò che significa un taglio dei finanziamenti: ostacolare l’accesso alle borse di studio, porta ripercussioni su ogni aspetto della loro vita, già condizionato dall’inflazione e da un caro vita che grava sulla loro quotidianità.

La lettera dei rappresentanti

Già l’8 novembre i rappresentanti di tutte le liste universitarie della Lombardia aveva affidato a una lettera le parole per scongiurare che l’ipotesi del taglio diventasse realtà: “Signor Presidente, signori assessori e consiglieri, le liste di rappresentanza scriventi esprimono grande preoccupazione per quanto riguarda le previsioni di finanziamento da parte della Regione Lombardia al Diritto allo studio universitario per i prossimi anni [...]. 

In merito a tali risorse, nell’anno 2022 la Regione ha trasferito agli enti circa 92 milioni di euro [...], mentre nel 2023 l’ammontare viene stimato in circa 93,5 milioni di euro, come si evince dal disegno di legge in oggetto.

Tuttavia per l’anno 2024 viene prevista nello stesso disegno di legge una forte riduzione della spesa, ridotta a 81,8 milioni di euro, quasi 12 milioni in meno rispetto all’anno in corso. [...]

Già negli anni precedenti è stato riscontrato quanto il finanziamento regionale non fosse sufficiente a garantire agli studenti e alle studentesse che ne avrebbero diritto di percepire una borsa di studio e/o servizi adeguati per permettersi di sostenere la propria carriera di studio in Lombardia.

La riduzione di risorse prevista quindi dal disegno di legge rischia di compromettere seriamente la possibilità per centinaia di studenti e studentesse di accedere agli studi universitari. L’aumento dell’inflazione che sta attraversando il nostro Paese e la prolungata condizione di difficoltà economica che affrontano le famiglie meno abbienti, correlata al taglio delle risorse destinate alle borse DSU rischia, dunque, di aumentare in modo esponenziale il numero degli idonei non beneficiari”.

La situazione degli studenti italiani rispetto a quelli europei

I rappresentanti nella loro lettera hanno anche dato una panoramica generale della situazione del Paese rispetto agli altri stati europei: l’Italia è il secondo paese in Europa per percentuale di Neet e penultima per numero di laureati; è un paese dove un giovane, anche formato, non può permettersi un mutuo e un lavoro stabile. L’Italia spende per l’istruzione il 4,1% del Pil, una percentuale inferiore alla media Ue. Il disinvestimento economico sull’Università rischia di diminuire ulteriormente il numero di persone laureate nel nostro Paese.

“Crediamo infatti che questa azione potrebbe ledere il principio espresso dall’art. 34 della Costituzione, per cui le studentesse e gli studenti “privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi", e questo è da garantire grazie anche alle Borse di Studio: un taglio simile [...] metterebbe a serio rischio il diritto allo studio di queste studentesse e studenti”, hanno concluso i rappresentanti nella loro lettera alla Regione. Gli assessori e i consiglieri, che oggi discutono la legge di bilancio, non potranno fare a meno di non considerare le richieste scritte e soprattutto gridate sotto le finestre della Regione dai ragazzi che gli ricordano l’importanza di investire su di loro e sul loro futuro