Gessate, "La vita è bella" fa paura? Parlano i genitori dopo il ritiro dei bimbi a scuola

Tensione alle elementari dopo che alcuni alunni sono stati riportati a casa. "Non siamo facinorosi, ma attenti alle sensibilità diverse"

Un fotogramma del film di Benigni "La vita è bella"

Un fotogramma del film di Benigni "La vita è bella"

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Gessate (Milano) - «Non siamo facinorosi, siamo tutt’altro che irrispettosi verso il Giorno della Memoria, riteniamo anche noi “La vita è bella“ un capolavoro. Siamo solo genitori attenti. E convinti che, quando si affrontano contenuti così delicati, scuola e famiglie possano, e debbano, confrontarsi". Il giorno dopo l’enorme clamore suscitato da quanto avvenuto l’altra mattina all’elementare Faipò di Gessate, dove un gruppo di sei genitori di bimbi di quinta elementare si è presentato a ritirare i figli da scuola durante la proiezione de “La vita è bella“ di Benigni, parla Dario M., un papà. Insieme ad altri 11 genitori, all’inizio della settimana, aveva firmato la richiesta alla dirigenza di sospendere, con una serie di motivazioni, l’annunciata proiezione nelle classi dei due film scelti per la settimana della Memoria, “Il bambino con il pigiama a righe“ e appunto il pluripremiato “La vita è bella“.

"I nostri figli - spiega - erano rientrati da un periodo di dad. Saputo delle proiezioni, un gruppo di noi, dopo un confronto, aveva espresso perplessità. I bambini non sono tutti uguali. Alcuni di loro avevano già accusato malesseri, crisi di pianto o insonnia dopo aver visto un cartone animato, sempre a tema Olocausto, sempre a scuola, e solo pochi giorni prima". La lettera si soffermava soprattutto sul “Bambino con il pigiama a righe“, particolarmente crudo. "Ma il discorso è ampio - così il genitore -. È vero che i film sono indicati dal Miur. Ma i criteri di censura prendono in esame parametri che non includono il fattore emotività, che è individuale. L’altra mattina, dopo aver visto il primo tempo del film di Benigni, una bambina piangeva a dirotto. Non si discute il capolavoro. Ma alcuni bambini sono più sensibili o impressionabili".

I fatti di venerdì. "Nessuno aveva risposto alla nostra mail. Quando abbiamo saputo che la proiezione a scuola era in corso, e a dire il vero non sapevamo nemmeno di quale dei film, siamo corsi. Solo per ritirare i bambini. Non un presidio. Iniziative individuali". Il momento di tensione con un’insegnante. "Stavamo bussando in segreteria quando è passata. Ha risposto in modo sgarbato ai bambini che le chiedevano “scusa“. Un’altra docente ci ha detto “vergognatevi“. E io ho risposto “vergognatevi voi“". Poi l’arrivo dei carabinieri, chiamati dalla scuola. "Non siamo stati noi a volere tutto questo. Se ci avessero risposto, avremmo forse avuto le garanzie sull’accompagnamento alla visione che ritenevamo giuste. O, molto semplicemente, chi lo avesse reputato opportuno avrebbe tenuto il proprio figlio a casa". Oggi i genitori chiederanno via mail un incontro alla dirigenza.