Milano droga, storia di una ragazza ostaggio dell'eroina da 10 anni

Un antidoto dimenticare le tensioni in famiglia poi i viaggi quotidiani nei boschi in cerca di pusher: "Ora mi faccio una volta a settimana"

Siry è una ragazza milanese caduta nel baratro delle sostanze stupefacenti una decina di anni fa: oggi, a 26 anni, ne è uscita solo in parte. La droga è entrata nella sua vita nel periodo più complicato, come "anestetico" al caos emotivo dell’adolescenza e ai probemi familiari.

Quando ha iniziato a farsi e perché? "I miei si sono lasciati quando ero piccola, mio padre è scomparso e si è fatto vivo solo quando avevo 17 anni. In casa si respirava un clima teso, per usare un eufemismo, perché il compagno di mia madre aveva problemi di dipendenze. L’eroina ho iniziato a fumarla a 16 anni col mio primo ragazzo che ne aveva 25 ed era già tossico. Il primo ago in vena l’ho provato un anno dopo. Essere ’fuori‘ per me voleva dire non sentire più dolore, lasciarmi scivolare le cose addosso. Andavamo nei boschi della provincia milanese ad acquistare. Da allora ho continuato, aggiungendo alla ’nera‘ la cocaina".

Non è mai stata pulita? "Sì per qualche periodo, quando ero in comunità. Ne ho cambiate tre, due nel Milanese e una a Brescia. La prima volta a 16 anni ed è stata durissima. Il percorso dura almeno due anni ma io sono sempre fuggita dopo sette mesi. Il fatto è che mi sembrava di stare in carcere. Non potevo avere nessun contatto esterno e nei primi mesi non potevo scrivere le lettere ai familiari, meno che mai al fidanzato. Adoro la fotografia, l’arte e la grafica. Voleva studiare facendo un istituto a tema ma secondo loro non ero pronta. Così alla fine sono tornata nel giro. Fino al 2020 la mia vita girava attorno alla droga: mi facevo tutti i giorni".

Al Bosco di Rogoredo? "Non spesso: troppo ’hardcore‘ per i miei gusti e pure pericoloso. Una volta una persona coi miei stessi problemi ha tentato di rapinarmi con un coltello per rubarmi i soldi. Lì le sostanze costano meno, ti bastano anche 5 euro ma la droga è tagliata male e hai degli scompensi. Preferisco andare da pusher ’professionisti‘. Da loro però non te la cavi con poco: bisogna sborsare per una pallina almeno 50 euro".

Come faceva a trovare il denaro per le dosi quotidiane? "Non ho mai fatto la prostituta anche se ho avuto amiche che facevano le schiave dei pusher. La colletta? Troppo umiliante chiedere soldi alla gente in metro che ti guarda come se fossi uno scarafaggio. Non ne vado fiera ma ho preferito andare a rubare".

Non ha mai lavorato? "Ho fatto per certi periodi la cameriera, l’addetta alle mense. Ovviamente non ho mai detto a nessuno sul lavoro dei miei problemi, se fossi stata sincera non mi avrebbero neppure fatto pulire i bagni".

E adesso? "Mi faccio una volta alla settimana. In questo periodo non lavoro ed è un guaio perché si ricasca con la mente nel giro vorticoso delle stesse ossessioni. Con gli amici non posso parlarne perché quasi nessuno sa della mia doppia vita. E neppure il mio nuovo compagno: non saprei quali sarebbero le sue reazioni se glielo dicessi".

Non ha voglia di dire basta? "Sì, da tanto tempo. Ma adesso faccio fatica perché non riesco a vedere un futuro. Mi piacerebbe se qualcuno mi insegnasse un lavoro creativo, anche in una bottega artigianale. Vorrei avere l’occasione di esprimermi e soprattutto avere uno scopo, una direzione in cui ’consistere‘". 4-Continua