Roma, 27 agosto 2025 – Un cambiamento radicale di prospettiva sull’universo femminile in soli 10 anni, una rivoluzione culturale sul modo di percepire il corpo delle donne: da oggetto del desiderio maschile a soggetto capace di autodeterminarsi. Una svolta epocale che però ha lasciato indietro gli uomini sulla strada dei diritti delle donne. Così Martina Peloponesi, per il mondo dei social MartinaSybelle, 37 anni, scrittrice e podcaster, in passato finita sul sito Phica.eu, da giorni alla ribalta per la condivisione di foto e video di donne a loro insaputa, commenta quanto successo all’influencer Anna Madaro e alla modella Anna Pittureri, ultime ma non ultime a finire nella trappola del piacere maschile.

Martina tu sei stata vittima in passato dello stesso forum, com’è andata?
“È successo 10 anni fa, ma a me sembra passato un secolo. Almeno se guardo la sensibilità che c’è oggi sull’argomento. Avevo 27 anni e lavoravo come youtuber. Un amico mi ha segnalato che c’erano mie foto sul forum Phica.eu, che è attivissimo da oltre 10 anni, a conferma di quanto il fenomeno sia longevo e pervasivo”.
Come hai reagito?
“Ho provato grande imbarazzo, ero giovane e a quel tempo inconsapevole dei miei diritti. Diciamo che 10 anni fa non c’era un vero dibattito sul tema ed era facile che tutto venisse liquidato con la formula ‘l’hai voluto tu, hai reso pubblica la tua immagine e questo è il prezzo da pagare’. Un ragionamento che purtroppo viene fatto anche oggi, ma da una parte sempre più residuale di uomini. La maggior parte, per fortuna, non ha nulla a che vedere con i trogloditi che condividono o guardano foto intime di donne. Mentre altri uomini iniziano solo ora, di fronte alle nostre rivendicazioni, a prendere consapevolezza che le cose sono cambiate, che il mondo e soprattutto l’universo femminile si è evoluto”.
In un certo senso è come se la consapevolezza dei diritti delle donne non sia ancora maturata negli uomini, è così?
“Si. Dieci anni fa nemmeno io percepivo di essere stata vittima di una violenza attraverso la condivisione non autorizzata di mie foto. È stato un mio amico a farmelo notare, e questo dimostra che non tutti gli uomini sono uguali, ma la strada da fare è ancora lunga”.
Tu non hai mai denunciato l’accaduto, come mai?
“Perché non credevo che quegli uomini avessero violato un mio diritto. La percepivo più come un’offesa morale, una umiliazione, anche per il contenuto dei commenti alle mie foto”.
Cosa scrivevano gli uomini?
"Le solite porcate, ma nel mio caso condite anche da body shaming perché sono molto formosa. Scrivevano che mi avrebbero dato un ‘colpo’ (o volgarità del genere) anche se sono grassa. Dieci anni fa se eri grassa e te lo dicevano in faccia non lo percepivi come una forma di bullismo o violenza psicologica, ma come un’offesa legata al tuo aspetto fisico”.
Cosa ti è rimasto dentro di quell’esperienza?
"Dolore e amarezza. Il ricordo di quelle immagini rubate è rimasto con me fino ad oggi. E ora che si torna a parlare di questo forum hard quel ricordo è riemerso prepotentemente. Oggi ho trovato la forza di parlarne sui social e di mettere in guardia altre donne. Tre giorni fa una ragazza mi ha scritto ringraziandomi perché anche lei ha trovato sue foto su quel sito e ha deciso di denunciare. Spero che adesso si riesca a farlo chiudere, anche grazie alla petizione su Change.org. Oggi c’è una consapevolezza diversa e noi donne siamo più mature e pronte a pretendere dagli uomini rispetto per i nostri diritti”.
Oggi denunceresti?
“Assolutamente si. E ne parlerei anche sui social, come stanno facendo le altre. È ora di rompere il muro del silenzio e della vergogna in cui per troppo tempo siamo rimaste relegate pensando di essere noi ad avere sbagliato qualcosa. È ora di dire agli uomini che non siamo i loro giocattoli sessuali e di pretendere rispetto per il nostro corpo. È arrivato il momento che anche gli uomini compiano quel salto culturale che faccia comprendere qual è il confine tra ‘goliardia’ (come la definiscono) e l’offesa sessuale e morale di una donna”.