Mamme equilibriste tra famiglia e lavoro, un matrimonio ancora difficile

Lombardia bocciata dai dati Istat relativi al tasso di disoccupazione. In molte province il valore raddoppia rispetto a quello maschile. Como, Sondrio, Brescia e Pavia le peggiori. Si salva Bergamo

Donna al lavoro

Donna al lavoro

Mamme “equilibriste “ tra famiglia e lavoro, tanto che c’è chi rinuncia all’una o all’altro. Questo il quadro che emerge da diversi rapporti presentati alla vigilia della festa della mamma, che arrivano alla medesima conclusione, ovvero che il calo demografico e il gap occupazionale tra donne e uomini sono in fondo una faccia della stessa medaglia e che servono più servizi per sostenere le famiglie. La Lombardia non fa eccezione. Basta guardare i dati Istat su occupazione e disoccupazione, del resto, per vedere che c’è ancora un gap importante da recuperare anche in realtà vocate al lavoro: nel Bresciano, ad esempio, nel 2022 il tasso di disoccupazione è stato del 2,4% per gli uomini e di ben il 7,2% per le donne. Nel rapporto sulla maternità in Italia di Save the children, non a caso intitolato “Le equilibriste“, si evidenzia anche come le diseguaglianze nel tasso di occupazione si ripresentano anche nella condizione occupazionale complessiva che per le donne viene definita di “debolezza rafforzata“ ovvero con due fattori di criticità: la forma contrattuale precaria e il tempo parziale.

La situazione è ancora più complicata per le madri. Confrontando i tassi di occupazione delle madri con quelli dei padri emerge, infatti, un quadro netto dei meccanismi sottostanti la partecipazione al mercato del lavoro. "Se per le madri avere figli riduce il tempo e l’energia da dedicare al lavoro, per gli uomini invece aumenta la motivazione o la necessità di provvedere alla famiglia". Nel rapporto viene anche redatto un indice, il Mother’s Index, che riunisce una serie di indicatori che definiscono la condizione socio-economica delle donne. In base a questo indice, nel complesso la Lombardia è all’ottavo posto, con punte più o meno positive su specifici temi: quarta per il lavoro, è solo decima per demografia e rappresentanza, e riporta uno dei dati più negativi nell’ambito della salute (14esimo posto) che comprende mortalità infantile, numero di consultori attivi, mentre è settima per i servizi (prima infanzia, classi a tempo pieno nella primaria, percentuale di bambini della primaria che frequentano la mensa).

Peggiore il quadro che emerge da “Mai più invisibili 2023“, rapporto curato da WeWorld, organizzazione italiana impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne e bambini in 27 Paesi, compresa l’Italia, che analizza l’inclusione di donne, bambini e bambini attraverso 30 indicatori. Secondo questa analisi la Lombardia è nel complesso solo nona nell’indice di “Mai più invisibili“: a pesare negativamente in Lombardia è la bassa qualità dell’aria - la peggiore in Italia, dopo il Veneto - e il tasso di imprenditorialità femminile, inferiore alla media nazionale (24,1% in Lombardia, 26,6% in Italia). La condizione delle donne è definita addirittura di esclusione grave: sotto la media nazionale è, ad esempio, l’indice di salute mentale, mentre nella dimensione educazione si vede un calo di donne laureate (dal 39,9% del 2018 al 36,6% del 2022). Pes a anche la conciliazione vita lavoro e, soprattutto, cala le donne occupate con figli.