NICOLA PALMA
Cronaca

Allarme del questore in Lombardia: "La mafia imprenditrice punta ai fondi del Pnrr"

Nuovo report dopo la pandemia: dalle spese per ristori e sanità agli investimenti destinati al rilancio dell’economia. Nuovi affari per i clan

Il Questore di Milano Giuseppe Petronzi segnala la delicatezza del momento economico

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Milano - Un'iniezione di soldi che fa gola alla criminalità organizzata. Un pacchetto di misure senza precedenti per spingere la ripresa. Stiamo parlando del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che avrà ricadute positive anche nella Regione da sempre locomotiva economica del Paese. L’ultimo report della Direzione investigativa antimafia, relativo al primo semestre del 2021, si è concentrato anche sul Pnrr e sugli appetiti che una tale mole di fondi genererà (o meglio, ha già generato) nei clan radicati in Lombardia, a cominciare dai 25 Locali di ’ndrangheta censiti tra Milano (8), Como (6), Monza-Brianza (5), Lecco (2), Brescia (1), Pavia (2) e Varese (1).

Per gli esperti, vanno ribadite a tal proposito le stesse indicazioni arrivate nella primavera del 2020, all’inizio della pandemia: massima attenzione "al rischio di infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali mediante il tentativo di accaparramento delle commesse pubbliche ovvero con la gestione diretta o indiretta di imprese operanti in settori economici più attrattivi o maggiormente esposte al rischio di default". Il riferimento va "al comparto dei presìdi medico-sanitari", nonché ai settori "ecologico, immobiliare, edile, dei servizi di pulizia, tessile, turistico, della ristorazione e della vendita di prodotti alimentari, dei servizi funerari e dei trasporti, verso i quali occorre concentrare l’attenzione investigativa".

In tal senso , ha sottolineato il questore di Milano Giuseppe Petronzi, "la delicatezza del momento storico, aggravato proprio dalla trafica e improvvisa pandemia da Covid 19 è diventata per la criminalità organizzata genesi di nuovi e lucrosi business, ampliando lo spettro dei possibili settori economici da aggredire". Di più: "Ormai il legame identitario tra i fenomeni criminali e l’economia nel Nord Italia è così forte da poter affermare che il concetto di “mafia imprenditrice” ha preso il sopravvento su qualsiasi visione militare di penetrazione del territorio". In tale strategia, "si può parlare di welfare criminale di prossimità per la presenza di un parterre di utenza di enorme interesse per le mafie (basti pensare alle famiglie in crisit, ai lavoratori precari, alle aziende al collasso) sia in un’ottica di gestione delle attività facilmente accaparrabili sia per il reperimento di manovalanza a basso costo, ma soprattutto come potenziale bacino di voti da utilizzare in prospettiva elettorale per la penetrazione degli apparati pubblici".