Lombardia, lo scenario dal 7 gennaio: rischio zona arancione

Indice Rt pari a 1, che rappresenta la soglia critica. Il tasso di positività è all11,7%, con un incremento del 4,7% in 24 ore

A passeggio in piazza Duomo nei giorni di zona arancione

A passeggio in piazza Duomo nei giorni di zona arancione

Milano, 1 gennaio 2021 - E' un inizio anno di restrizioni in Lombardia, come del resto in tutta Italia, ancora in regime di zona rossa fino al 6 gennaio con l'unica eccezione di lunedì 4 gennaio, quando saranno in vigore le regole della zona arancione.

L'attenzione è quindi rivolta al 7 gennaio, quando decadrà il Dpcm Natale e le regioni torneranno in ordine sparso seguendo l'ormai collaudato sistema delle zone gialle, arancioni e rosse. Fino al 23 dicembre, alla vigilia dell'entrata in vigore del decreto Natale, la Lombardia era in zona gialla e da lì vorrebbe ripartire. I prossimi giorni saranno dunque decisivi per valutare la situazione e capire se la Lombardia uscirà dalle festività natalizie in zona gialla oppure in zona arancione. Sarà il governo a decidere, la prossima settimana, a seguito delle verifiche effettuate dagli esperti sul nuovo report dell'Istituto Superiore di Sanità. La data della riunione della cabina di regia per il Monitoraggio Regionale non è ancora stata resa nota. Il report del 30 dicembre indica varie criticità: in particolare, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta, Piemonte,  Provincia autonoma di Trento ed Emilia Romagna hanno una probabilità superiore del 50% di superare la soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica in 30 giorni, mentre per Lombardia, Trento e Veneto lo stesso discorso vale per le terapie intensive. A questi dati si aggiunge il caso della Sardegna, che ha una classificazione del rischio 'non valutabile' e quindi 'alto', a causa dell'incompletezza dei dati forniti.

Intanto il primo bollettino del nuovo anno registra 22.211 nuovi casi e 462 vittime nelle ultime 24 ore. Mentre, in Lombardia 3.056 positivi e 88 decessi.  In attesa che il prossimo report sciolga ulteriormente i nodi, è lo stesso presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, a invitare alla cautela spiegando che "una vera valutazione solida dell'andamento durante queste festività la potremo avere solo a metà gennaio". E il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, aggiunge con una punta di ottimismo: "A fronte di numeri che meritano ancora uno sforzo, diamo il messaggio forte che quanto è stato messo in campo sta dando frutti".Qualcosa potrebbe cambiare anche sui parametri di valutazione.

Nelle prossime ore, dopo una richiesta da parte delle Regioni avanzata attraverso un documento, l'Iss potrebbe ufficializzare alcune modifiche che potrebbero influire sui 21 indicatori per stabilire l'assegnazione delle regioni nelle varie fasce. Tra questi un diverso metodo di calcolo dei tamponi antigenici e molecolari effettuati, che potrebbe poi influire sul tasso di positività. Ad essere rivalutate potrebbero essere anche la definizione dei 'casi' e le strategie di esecuzione dei test.

Riguardo all'altro tema caldo delle scuole, queste dovrebbero riaprire ovunque con il 50% di presenze massime consentite - almeno fino al 15 gennaio - dopo il lavoro svolto dalle varie prefetture nei tavoli di coordinamento scuola-trasporti. Un annuncio in questo senso è stato fatto da tutti i ministri a vario titolo competenti: Interno, Istruzione e Trasporti.

Gli stadi saranno ancora chiusi, ma c'è qualche spiraglio per la ripresa dello sci nella seconda metà di gennaio, dopo la richiesta delle Regioni di una riapertura degli impianti esclusivamente nelle zone gialle dal 18 del mese. Resta invariato il ricorso allo smartworking in gran parte delle aziende e in particolare negli uffici statali, dopo la proroga prevista fino al 31 gennaio sulle misure per il lavoro agile nella Pubblica amministrazione. Cominceranno in ordine sparso anche i saldi invernali, nell'arco di tutto il prossimo mese di gennaio e, in determinati casi, potrebbero ancora cambiare in considerazione di eventuali zone rosse. Il coprifuoco resta fissato alle ore 22; nelle sole zone gialle ristoranti e bar potranno servire ai tavoli fino alle ore 18. Piscine, palestre, cinema e teatri resteranno chiusi per ora. A riaprire, invece, potrebbero essere mostre e musei con entrate contingentate.