DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lombardia, la rete idrica regionale è un colabrodo: perso il 30% dell’acqua

Condutture rotte e tubi che perdono sono tra le cause principali. Il risultato è che circa 450 milioni di litri all’anno vengono sprecati

Nonostante le ingenti perdite, la Lombardia è tra le regioni più virtuose

Il 30% dell’acqua potabile in Lombardia non arriva ai rubinetti. Significa che su un miliardo e 400mila litri d’acqua che nella regione vengono immessi in rete ogni anno, 450 milioni vengono dispersi, a causa di condutture rotte e di tubi che perdono.

Oppure che sui 375 metri cubi d’acqua messi a disposizione per ogni lombardo, solo 262 vengono utilizzati per bere, lavarsi, preparare da mangiare, usi igienici e gli altri utilizzi civili. Gli altri 113 metri cubi che mancano all’appello si perdono per strada. Secondo gli attivisti di Cittadinanzattiva, le perdite idriche in provincia di Lecco sono il 49%: significa che la metà dell’acqua che viene prelevata dal lago, dalle falde e dalle sorgenti per essere poi pompata e mandata nelle abitazioni viene sprecata.

Sono 24mila metri cubi in tutto. In provincia di Bergamo le dispersioni sono il 40% dell’acqua immessa in acquedotto: 96mila su 160mila metri cubi; in provincia di Varese il 39,5%: 74mila su 123mila metri cubi; il 39% in provincia di Como; il 31% in provincia di Sondrio; il 30,5% di Lodi; il 37% di Mantova; il 26% di Monza; il 25% di Cremona e di Pavia; il 17,5% di Milano, dove, su 450mila metri cubi di acqua immessa in rete ne vengono effettivamente erogati al rubinetto 370mila. I dati sono riportati nell’ultimo Rapporto annuale sul servizio idrico integrato, diffuso in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.

La Lombardia risulta tra le regioni migliori per la percentuale di acqua immessa nelle tubature ma non erogata: solo in Valle d’Aosta i gestori degli acquedotti fanno meglio.

La città capoluogo dove si verificano più perdite è Varese, con il 38,8% di acqua dispersa; a Lecco le dispersioni sono il 36%; a Brescia il 28%; a Cremona il 26%; a Lodi il 24,5%; a Bergamo il 23,5%; il 18% a Sondrio; il 17% a Mantova; il 15,5% a Monza, il 13,5% a Milano; il 12% a Como.

Oltre che per l’aumento dei costi, soprattutto dell’energia elettrica che serve per alimentare gli impianti di distribuzione, le dispersioni provocano l’aumento delle bollette dell’acqua. In Lombardia la spesa media per l’acqua è salita da 342 a 368 euro, con rincari del 7,5%. Milano, con 183 euro, è la città dove si paga meno in assoluto, nonostante un’impennata della tariffa del 12,8%. Pure Monza è tra le città meno care con 267 euro, a fronte di un aumento del prezzo del 6,3%. A Bergamo si pagano 323 euro con aumenti de 2,5%; a Sondrio si pagano 351 euro con rincari del 10%; a Lodi il costo è di 366 euro dovuti a ritocchi al rialzo del 7%; a Varese la spesa per l’acqua è di 381 euro a famiglia in aumento del 9%; a Pavia si pagano 390 euro con rincari del 10%, tanto quanto a Como dove però la spesa per l’acqua è di 402 euro; a Mantova e a Cremona per l’acqua in casa si sborsano tra i 410 e i 411 euro e si scontano rincari sempre del 10%; a Lecco la spesa idrica è di 446 euro con rincari del 4,1%; i bresciani di Brescia città pagano invece 487 euro, ma almeno gli aumenti sono rimasti all’1,6%.