
La carne sintetica è prodotta sulla base di cellule staminali animali
Quello della Regione Lombardia è un forte e chiaro “no”. La commissione Agricoltura presieduta dal leghista Floriano Massardi ha approvato il 28 giugno una mozione che vieta la produzione e la commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici. La proposta era stata presentata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Claudio Mangiarotti.
Questo documento impegna l’amministrazione lombarda a sensibilizzare i cittadini sui potenziali rischi dell’alimentazione sintetica in attesa che venga approvato dal Governo il disegno di leggo che si intitola “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi”.
Il divieto è stato accolto con favore da organizzazioni come la Coldiretti – la maggiore associazione di produttori agricoli – che lo vede come “un segnale importante contro il cibo di laboratorio, sostenuto da aggressive campagne promosse dalle grandi multinazionali”. Ma molti gruppi ecologisti non sono d’accordo, soprattutto perché la carne sintetica rappresenta un’alternativa ecologica alla carne tradizionale nel settore agro-alimentare, che rappresenta circa il 14% delle emissioni globali di Co2, nonché una possibile soluzione ai problemi di malnutrizione presenti in molti Paesi.
In termini ambientali, basti sapere che un recente studio dell'Università di Oxford, ha concluso che la carne sintetica, rispetto a quella tradizionale, potrebbe ridurre le emissioni di Co2 legate al settore del 96%, con un consumo d'acqua inferiore fino al 95%, ed un risparmio energetico tra il 7 e il 45%.
Quali sono i rischi della carne sintetica
I rischi legati alla carne sintetica di cui parlano i membri della maggioranza di Governo (la stessa che c’è in Lombardia), in particolare, si basano su un rapporto pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao). Il consigliere Mangiarotti cita il rapporto parlando di “potenziali rischi per la salute”, ma come già evidenziato da diverse fonti specialistiche, il documento dell’Oms e della Fao dà un giudizio più complesso.
Mangiarotti ha dichiarato che “la carne coltivata potrebbe mostrare potenziali rischi per la salute, rischi già evidenziati sia dall'Oms che dalla Fao. L'immissione nel mercato di questo alimento desta grande preoccupazione anche per il settore zootecnico lombardo e potrebbe portare un grave danno a tutto il comparto dell'agroalimentare”.
In realtà, il rapporto enuncia 53 potenziali rischi per la salute umana legati ai processi di produzione della carne sintetica spiegando però che non si tratta di rischi specifici, ma di “potenziali pericoli che potrebbero essere introdotti durante l’approvvigionamento/coltura cellulare, la produzione, la raccolta e la lavorazione”. E i rischi chimici, soprattutto, sono presenti “anche nel bestiame convenzionale”.
Anche riguardo alle possibili contaminazioni, si legge nel rapporto, si tratta di un pericolo “comune in molti alimenti e processi di produzione alimentare, e le misure di controllo sono comunemente utilizzate per gestire i potenziali rischi per la sicurezza alimentare”. In estrema sintesi, molti dei rischi presenti nella produzione di carne sintetica esistono anche nella produzione di quella tradizionale e sono, quindi, paragonabili sotto molti aspetti.
Sovrapopolazione ed emissioni
La Fao ha previsto che nel 2050 sarà necessario il 70% in più di cibo per soddisfare la domanda della popolazione in crescita, che rappresenta una grande sfida a causa di limiti delle risorse e disponibilità di terra. Secondo uno studio dell'Università degli Studi di Milano, illustrato in audizione dalle dottoresse Federica Cheli e Carlotta Giromini, la popolazione mondiale, oggi 7,3 miliardi, dovrebbe superare i 9 miliardi entro il 2050.
In tal senso, la sicurezza alimentare affinché tutti possano accedere a cibo sufficiente per una vita sana va di pari passo con il tema dell'innovazione tecnologica che nell'allevamento e nell'alimentazione degli animali ha permesso di migliorare il modo di allevare gli animali, il loro benessere, la qualità dei prodotti, nonché riducendo gli impatti negativi dell'allevamento.