ARESE (Milano)
Il costo del gas prima della guerra "non ci spingeva a investire sull’efficienza e la precisione dei forni. Ora è diventato il nostro mantra". Salvatore Piccirillo, amministratore delegato della Forgiatura Moderna Arese, 80 dipendenti, produzione di grossi pezzi d’acciaio per l’oil&gas e la meccanica navale, non crede alla settimana corta.
Perché?
"Non voglio aumentare i turni giornalieri. Sarebbe troppo pesante".
Per assorbire il caro energia avete fatto ricorso alla cassa?
"Sì. Tredici settimane nel 2022 e altrettante nel 2023".
Quanto è aumentata la bolletta?
"A settembre 2021 era di 120mila euro, nel luglio successivo è arrivata a 1 milione 40 mila euro. Abbiamo fatto un bagno di sangue con il passaggio del costo del gas da 0,16 centesimi al metro a 1,20. I contratti chiusi erano con i vecchi costi, abbiamo dovuto adeguare i prezzi e molti clienti hanno rinunciato, in 3 mesi abbiamo perso 1 milione e mezzo".
Eppure fate pezzi unici al mondo.
"Abbiamo appena forgiato un albero di trasmissione di 19 metri per un cacciatorpediniere in acciaio F51. È il primo del globo di queste dimensioni a vedere la luce".
Ne usciremo?
"Credo di sì. Non sono fra i pessimisti, le crisi servono ad adeguare la struttura alla situazione contingente. Noi abbiano già affrontato il concordato. Siamo arrivati allenati come a un corso di sopravvivenza".
Licenzierete?
"No. Non faremo a meno dei nostri dipendenti, cuore dell’azienda".
Premi in vista?
"Nonostante le difficoltà la proprietà, Augusto e Simonetta Vienna, ha deciso di fare tutto il possibile per andare incontro al personale. La cassa li ha mortificati, sono padri di famiglia, a Natale daremo buoni benzina".
Gli aiuti di Stato sono sufficienti?
"La nostra bolletta annuale è passata da 1 milione e mezzo a 9, il governo ha contribuito con 1, sono del parere che non si possa chiedere tutto al pubblico. Ci hanno dato una mano, ma non possiamo certo avere 7,5 milioni. Sarebbe sbagliato". Bar.Cal.